in persona abbia promosso un convegno dal titolo "Il Termalismo in Sicilia, parliamone e facciamo rete". L'organizzazione è stata affidata al Cefpas (Centro per la Formazione Permanente e l'Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario). L'appuntamento è per domani alle 10 a Palermo, a Palazzo Riso. Due le sessioni previste, una antimeridiana, l'altra pomeridiana. La conclusione, che considerata la situazione è molto attesa, sarà affidata al governatore in persona. I lavori prevedono interventi di autorità ma soprattutto quelli di coloro che possiamo considerare a tutti gli effetti "addetti ai lavori". Tra di loro c'è anche Rosario Faraci, professore di Economia e Gestione delle Imprese all'università di Catania, che più di una volta ha detto la sua sulle ipotesi di rilancio del patrimonio termale di proprietà della Regione, e che in un articolo dello scorso luglio, parlando delle Terme di Sciacca, non aveva certo lesinato critiche ai governi regionali, accusati di avere assunto un ruolo bifronte, rendendo protagonista della vicenda una burocrazia regionale che si è dimostrata inadeguata, uccidendo le Terme. A relazionare saranno anche Stefania Capaldo, vicepresidente di Federalberghi Terme, Toti Piscopo, giornalista e delegato di Federturismo Confindustria Sicilia, Aurelio Crudeli, direttore generale di Federterme, e Franca Roso, presidente dell'associazione nazionale dei comuni termali. Prima dell'intervento conclusivo di Musumeci è previsto quello degli amministratori locali e degli operatori delle città termali. E dato che Francesca Valenti ha già fatto sapere che sarà presente a questi lavori, sarà questo probabilmente il momento che registrerà finalmente il ritorno al confronto tra il comune di Sciacca e il presidente della Regione. Confronto bruscamente interrotto dopo la marcia a piedi su Palermo dello scorso mese di maggio, iniziativa promossa dall'amministrazione comunale per invocare da parte della Regione delle risposte concrete sul procedimento teso a individuare finalmente quel privato che dovrebbe assumere la gestione del patrimonio termale. Rapporto tra comune di Sciacca e Regione Siciliana compromesso soprattutto perché a Nello Musumeci non andò giù lo striscione, esposto per la parte di sua competenza anche dalla stessa prima cittadina di Sciacca, in cui lo si accusava di avere tradito questa terra con gli impegni mai mantenuti. Offesa insopportabile, e rapporti tesi al punto tale che dopo i danni dell'alluvione di un mese fa la Valenti stigmatizzò il fatto che il governatore non le avesse fatto neanche una telefonata di solidarietà. Offeso o meno, tra meno di un anno si tornerà alle urne anche per le elezioni regionali, e francamente è complicato per l'attuale esecutivo continuare ad incolpare Crocetta per la situazione di abbandono in cui si trovano le Terme di Sciacca. Collegate da un filo sottile ma comunque robusto con quelle di Acireale. E in effetti sarebbe stato difficile immaginare la soluzione dei problemi di Sciacca prima che si risolvessero quelli della terra del presidente della Regione. L'occasione di un convegno, a meno che la montagna non partorirà un altro topolino, sembra essere propizia per avere notizie nuove. Tra bandi deserti e liquidazione tuttora in corso, a quasi 7 anni dalla chiusura degli impianti, il futuro appare nebuloso. Nessun imprenditore privato può ragionevolmente essere interessato ad acquisire un patrimonio in preda al degrado, che richiede milioni di euro di investimenti per essere rimesso in sesto. I tentativi fin qui fatti dal proprietario del patrimonio hanno mostrato la corda. All'idea di coinvolgere Inail, in un tira e molla fatto di impegni e disimpegni, potrebbe associarsi adesso un altro scenario che veda scendere in pista la cassa depositi e prestiti. Ma quelle che circolano sono sempre indiscrezioni, supposizioni, scenari possibili o fattibili. Insomma: niente di concreto. E se questa città non si fosse così tanto attardata a litigare al suo interno, forse avrebbe potuto ottenere qualche risultato più concreto. Ed è difficile aspettarsi qualcosa di concreto da un convegno sul Termalismo che, in parte, e speriamo di essere smentiti, per la città di Sciacca (dove la Regione le Terme le ha abbandonate) ha tutta l'aria dello scherno.