di finanziamenti previsti nell'ambito delle misure contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che ripartisce il 'Fondo di sostegno ai comuni marginali'. Attraverso questi criteri, il DPCM - adottato su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale - ha individuato 1.101 comuni meridionali, ai quali andranno complessivamente oltre 171 milioni di euro su un totale di 180 disponibili (ovverosia il 95,2% del totale). Municipalità selezionate per le loro condizioni particolarmente svantaggiate, in quanto a forte rischio spopolamento, con un indice di vulnerabilità sociale e materiale elevato e con un basso livello di redditi della popolazione residente. Il parametro più importante riguarda il calo demografico calcolato sul periodo compreso tra il 1989 e il 2019. Ebbene: dai dati pubblicati dal governo viene fuori che ci sono comuni (soprattutto quelli più piccoli) che in trent'anni hanno letteralmente dimezzato la propria popolazione residente. È il caso di Alessandria della Rocca, Bivona, Caltabellotta, Cianciana, Grotte, Lucca Sicula, Naro, Ravanusa e Santa Elisabetta. Ma ci sono comuni che hanno subito uno spopolamento ben superiore alla metà. È il caso di Cattolica Eraclea, dove ad andare via è stato addirittura il 72% della popolazione. Tra il 1989 e il 2019 Burgio e Calamonaci hanno visto calare del 30% la propria popolazione. Più contenuta la discesa di Menfi e Ribera, attestatasi intorno all'8%. Ma il trend è questo. E fa riflettere il fatto che tra i 33 comuni agrigentini che riceveranno un contributo per recuperare il gap generato dallo spopolamento ce ne sono due piuttosto grandi: si tratta di Licata e Palma di Montechiaro. Dove il calo demografico è stato rispettivamente del 17 e dell'11%. Una fotografia ferma al 2019, perché se fosse stata più recente avrebbe rivelato anche il dato che già conosciamo e di cui il nostro telegiornale si è già occupato nelle settimane scorse, ovverosia della discesa importante sul piano demografico della stessa città di Sciacca, che dagli oltre 40 mila abitanti del 2001 già nel 2019 era scesa a 39 mila abitanti, e nel 2021 (dato reale) ha toccato quota 38.500. I comuni che non sono stati destinatari di risorse (in questa finestra) mostravano una popolazione non decrescente. Ma negli ultimi anni le cose sono peggiorate. E le chiavi di interpretazione su questa tendenza generalizzata sono alla portata di tutti: la mancanza di prospettive occupazionali soprattutto, da cui si genera la "fuga di cervelli" interna dei nostri giovani costretti nella migliore delle ipotesi a stanziarsi nel nord Italia, anche se è ripresa anche l'emigrazione verso gli stati esteri. Il governo centrale ha assunto consapevolezza di questa tendenza e dunque sta intervenendo a livello finanziario. Ma gli stanziamenti avranno una destinazione vincolata. Le risorse potranno essere utilizzate infatti per tre categorie di interventi: l'adeguamento di immobili comunali da concedere in comodato d'uso gratuito per l'apertura di attività commerciali, artigianali o professionali; la concessione di contributi per l'avvio di attività commerciali, artigianali e agricole e la concessione di contributi a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell'immobile (con un tetto massimo 5.000 euro a beneficiario). Inoltre, i comuni svantaggiati potranno concedere gratuitamente propri immobili da adibire ad abitazione principale o per svolgere lavoro agile. Il Dipartimento per le politiche di coesione provvederà all'erogazione del Fondo per l'annualità 2021. All'Agenzia per la coesione territoriale spetterà invece monitorare l'effettivo utilizzo delle risorse. Infatti, se il comune non avrà attribuito il contributo ai soggetti beneficiari entro sei mesi dalla chiusura dell'annualità precedente, esso sarà integralmente o parzialmente revocato. A tale verifica sarà subordinata anche l'erogazione delle successive annualità.