L’assessorato regionale alla salute è stato chiaro e ha invitato tutte le ASP Siciliane a prepararsi per un incremento di ricoveri dopo le festività natalizie. Aumentare i posti letto covid è l’imperativo per fronteggiare la situazione, ma anche per scongiurare cambi di colore e conseguenti restrizioni.
Al momento, in provincia di Agrigento tutti i ricoveri vengono concentrati al Covid Hospital di Ribera che sta per raggiungere la saturazione dei posti attualmente disponibili. Oggi sono 27 i ricoverati tra degenza ordinaria e subintensiva e 6 in rianimazione.
Le strade percorribili sono due: procedere immediatamente all’attivazione degli altri posti letto a suo tempo previsti nel piano regionale che ha individuato nel fratelli Parlapiano la struttura covid di riferimento per la provincia di Agrigento o tornare alla riapertura dei reparti Covid negli altri ospedali della provincia, a cominciare da Agrigento e Sciacca. In quest’ultimo caso significherebbe bloccare nuovamente l’attività dei reparti di medicina e quindi i ricoveri e l’assistenza a quanti necessitano di cure e magari sono in lista di attesa da tempo perché non esiste solo il Covid. Riaprire ai ricoveri dei pazienti positivi ad Agrigento come a Sciacca implica poi quelle conseguenze degli ospedali misti che tanto hanno fatto discutere nella prima fase della pandemia. Insomma c’è il rischio concreto di tornare a bloccare ricoveri, interventi, visite per tutte quelle altre patologie che in questo anno e mezzo sono state probabilmente anche trascurate. Ecco perché si tenderebbe a privilegiare, piuttosto, l’ampliamento al Covid Hospital di Ribera per il quale il piano regionale aveva a suo tempo già previsto 40 posti letto in degenza ordinaria, 10 in subintensiva e altri 10 in rianimazione. E se questi non dovessero ancora essere sufficienti, incrementare ulteriormente la dotazione, sfruttando ad esempio il reparto di malattie infettive e anche i posti di medicina-geriatria. Si potrebbe arrivare da 40 a 60 posti letto in degenza ordinaria. Quel che è certo è che bisogna correre perché i dati già da diversi giorni evidenziano un incremento delle ospedalizzazioni anche in provincia di Agrigento.
Intanto, arriva dall’ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri della provincia l’ennesimo sollecito alla vaccinazione, obbligatoria per gli operatori sanitari, pena la sospensione dall’esercizio della professione.
Il Ministero della Salute ha comunicato che a giorni la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri invierà l’elenco dei medici agrigentini non ancora in regola con la somministrazione della terza dose che rischiano, pertanto, di essere sospesi dall’attività.
“È importante che i medici non ancora in regola si sottopongano alla somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid-19 entro il 150° giorno dall’inoculazione della seconda dose – ha evidenziato Santo Pitruzzella, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Agrigento. Chi non rispetterà la disposizione verrà sospeso. Il presidente Pitruzzella avverte, tra l’altro, che un eventuale ricorso alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie non impedirà, in alcun caso, l’applicazione della sospensione.