Così tanti saccensi hanno trascorso il Natale e anche la festività di Santo Stefano. Scene che si registrate ovunque in Sicilia, così come nel resto d’Italia. I contagi aumentano e cresce la preoccupazione nell’isola che ormai intravede la zona gialla.
Dopo mesi di relativa calma a Sciacca torna l’allarme contagi. In tre giorni si è passati da 49 a 87 positivi, ma è un dato non corrispondente alla reale situazione posto che si attende l’esito di tanti tamponi molecolari. Che la situazione sia critica lo dimostrano i tanti saccensi che si sono messi in fila per il test rapido persino nelle giornate del 25 e 26 e anche la corsa alla terza dose del vaccino.
All’hub vaccinale di contrada Perriera si è registrato il pienone e in tanti, non prenotati, hanno dovuto anche rinunciare. 350 le somministrazioni effettuate il giorno di Natale, 450 quelle fatte ieri e affollamento anche stamattina con l’aggravante che, in servizio, c’erano solo un medico e un infermiere. Insomma, si lanciano appelli alla vaccinazione, ma è chiaro che il personale degli hub va potenziato per far fronte alle aumentate richieste.
Ovviamente tutto ciò si traduce in lamentele da parte di quanti, anche prenotati, devono attendere parecchio prima di accedere alla somministrazione.
Da stamattina, peraltro, si accede all’hub vaccinale di contrada Perriera solo con la mascherina ffp2.
Questa la situazione a Sciacca, ma come dicevamo l’allarme legato all’incremento dei contagi è ormai diffuso ovunque e la Sicilia guarda ormai all’imminente cambio di colore. Addirittura si profila una anticipazione del passaggio in zona gialla da parte del governo regionale o l’introduzione di ulteriori misure restrittive. Non è la zona gialla il timore del Presidente della Regione, posto che cambierebbe ben poco rispetto alla situazione attuale se non la limitazione dei 4 posti al tavolo del ristorante, se non conviventi. Quel che la Sicilia teme è la zona arancione e le pesanti ripercussioni per l’economia dell’isola. Musumeci e Razza stanno, dunque, pensando ad una quarantena non solo per chi arriva dall’Estero, ma anche dalle altre Regioni Italiane. E ancora di aumentare la disponibilità di controlli per chi teme di essere venuto in contatto con il virus, ossia un potenziamento dei drive in e dei luoghi in cui effettuare i tamponi .
Intanto già stamattina l’assessore alla Salute Ruggero Razza ha riunito i vertici delle Aziende Sanitarie Provinciali per fare il punto della situazione epidemiologica nell’isola e soprattutto della situazione negli ospedali. Già nelle scorse settimane era stato chiesto di aumentare i posti letto covid,tutti quelli reperibili anche riconvertendo reparti che finora si erano dedicati ad altro. Da un lato ci si prepara al peggio, ma dall’altro si vuole evitare di sforare entrambi i parametri, quelli della degenza ordinaria sono già stati superati, si teme per le terapie intensive. Aumentare i posti letto è l’imperativo, ma oltre un certo numero non si può andare e, allora, contestualmente è stato chiesto di puntare sulle cure domiciliari e ricorrere ai ricoveri quando è strettamente necessario.
In provincia di Agrigento, secondo l’ultimo bollettino diramato dall’ASP, sono 29 i soggetti ricoverati in degenza ordinaria: 3 al San Giovanni di Dio il cui reparto di medicina è tornato a disposizione dei pazienti Covid e 26 al Fratelli Parlapiano. 6 i posti letto occupati nella terapia intensiva del Covid Hospital di Ribera. Ci sono state altre tre vittime: a Ribera, Raffadali e Castrofilippo. I numeri del contagio sono in crescita in quasi tutti i comuni della provincia. Agrigento ha superato i 200 casi, a Ribera sono oggi 194, a Castrofilippo170, a Canicattì 140, per citare solo i comuni che registrano i numeri più alti. E Sciacca è vicina ai 100 positivi.