considerandone i contenuti pregiudiziali nei confronti dello sviluppo economico del proprio territorio. L'amministrazione guidata da Marilena Mauceri però non ha intenzione di rivolgersi al TAR bensì di presentare un ricorso direttamente al presidente della Regione Nello Musumeci. Il sindaco ha dato disposizioni all'ufficio tecnico e all'ufficio legale di mettere in atto le azioni necessarie. Una decisione che la prima cittadina motiva con la dichiarata "necessità di garantire la tutela della vocazione turistica di qualità, in perfetta armonia - aggiunge Marilena Mauceri - con la tutela del territorio e del paesaggio". Un Piano paesaggistico che, in estrema sintesi, viene considerato come uno strumento che rischia di tagliare le gambe ai progetti e agli investimenti predisposti dai soggetti portatori di interessi. E in tale direzione la Mauceri chiarisce che l'amministrazione è in linea con le innumerevoli istanze provenienti dal territorio, "in ragione - osserva - degli effetti futuri che l'approvazione dello strumento urbanistico in questione può generare sul tessuto economico locale". Queste le ragioni sostanziali per le quali il comune di Menfi ritiene meritevoli di riesame le osservazioni al piano che pure erano state presentate ma che non sono state accolte, per l'accertamento di presunti vizi procedurali e motivazionali.
Un territorio come quello di Menfi, che ha fatto del Turismo e della valorizzazione delle proprie risorse agroalimentari d'eccellenza la propria ragione di vita, teme di vedere compromesse le proprie strategie. Ma si sa che dalle parti menfitane è in atto da anni un confronto ardito anche sui contenuti dello stesso Piano regolatore generale, più volte al centro di assemblee e dibattiti proprio perché improntato su parametri di tutela del territorio considerati da più parti eccessivamente restrittivi, impedendo di fatto ai proprietari di piccoli lotti, soprattutto se ricadenti nell'area vicina alla costa, di potere realizzare delle piccole strutture finalizzate a investimenti tesi verso l'ospitalità. Evidentemente il Piano paesaggistico restringe ulteriormente il campo. Nei giorni scorsi anche il comune di Sciacca ha detto no ai contenuti di questo piano paesaggistico, e per la parte che riguarda il proprio territorio ha deciso di adire le vie legali rivolgendosi al TAR. Diverse aree previste nel Prg come turistiche sono state declassate dal Piano paesaggistico ad aree agricole. Il rischio è che venga soffocata la programmazione futura, e quando questo accade si cancella tutto, sia i progetti che magari prevedono inaccettabili colate di cemento, sia quelli più sostenibili e rispettosi dell'ambiente e dei luoghi. Rimane pacifico che questo Piano paesaggistico non piace ai territori. Ed è quello che normalmente accade quando le cose vengono imposte dall'alto, senza alcuna concertazione con chi rappresenta le comunità.