al fine di “adottare tutte le iniziative, finalizzate alla defiscalizzazione, per circa 100 milioni di euro, a sostegno delle imprese operanti nelle zone franche montane siciliane”, individuate con la Delibera di Giunta del 21 settembre scorso.
«Nella giornata di ieri abbiamo appreso del contenuto della Delibera, è in antitesi con la formulazione suggerita dal Governo e dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato, oltre che dalla Ragioneria Generale dello Stato e silura, sostanzialmente, l'iter parlamentare e il faticoso percorso che dura da oltre 2451 giorni» - a parlare è Vincenzo Lapunzina, presidente dell’Associazione zone franche montane Sicilia.
«Rimaniamo sbigottiti – continua Lapunzina - Facciamo appello ai presidenti Miccichè e Musumeci, che il 13 dicembre scorso hanno garantito ad alcuni sindaci di destinare 20 milioni di euro alla start up della Legge, affinché la linea dettata dall’assessore al Bilancio venga messa in discussione, nell'interesse di chi ancora resiste nelle aree ignote dell’Isola.
I venti milioni di euro indicati dal presidente Musumeci sono stati destinati dal Governo Draghi nella Legge di Bilancio 2022 e sono una parte dei 100 milioni previsti per compensare gli “svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità”.
I cento milioni di euro, o i venti auspicati dal presidente Musumeci, non sono bastevoli per la messa a regime della norma di politica economica ma risultano essere indispensabili per definire l’iter legislativo al Senato, quindi alla Camera, così come espressamente indicato in due accorati appelli inviati al presidente Musumeci dal senatore Luciano D’Alfonso, presidente della VI Commissione di Palazzo Madama.
Sul caos, volutamente generato – conclude Lapunzina - abbiamo solo una certezza: i nominativi degli autori».