ha generato inevitabilmente il caos nella gestione dell'epidemia in Sicilia ma anche in tante altre regioni. Non solo file chilometriche ai drive in e nelle farmacie per fare un tampone, ma anche gente risultata positiva lasciata a casa per giorni senza alcuna comunicazione dalle Usca sebbene i trivaccinati possano uscire anche dopo 7 giorni, Aziende Sanitarie Provinciali in difficoltà di fronte al proliferare di contatti stretti e meno stretti. Alla luce di questa situazione ha parlato stamattina l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza nel giorno in cui la Sicilia è passata in zona gialla per via dell'aumento dei contagi e dei ricoveri. «Sono oltre 50 mila i siciliani positivi, meno di mille quelli ricoverati in strutture ospedaliere, ha detto il responsabile della Sanità del governo Musumeci. Accanto ai positivi, ha aggiunto, c'è un numero ancora maggiore di persone che sono venuti con loro in contatto. Dovremmo essere in parte sollevati dalla circostanza che l’impatto della variante stia facendo emergere in modo significativo tanti casi, che tuttavia presentano una clinicità di basso impatto. Ma sono consapevole che in Sicilia, come in tutte le Regioni italiane, la gestione di decine e decine di migliaia di persone si stia rivelando particolarmente onerosa». «Le nuove regole, disposte dal governo nazionale, dovrebbero determinare un sollievo organizzativo nei prossimi giorni. Ma per adesso mi rendo conto di come si siano accumulati ritardi nelle comunicazioni e qualche disservizio di troppo. Me ne scuso e posso confermare che già da questa mattina il servizio drive - in per i tamponi è stato potenziato, con l’apertura di nuovi centri in tutta la Sicilia, ha detto Razza. Allo stesso modo le nove Aziende provinciali sono impegnate nel recuperare il ciclo comunicativo, reso più lento anche per effetto dei giorni di festa. Ruggero Razza ha poi raccomandato a tutti i siciliani il rispetto delle regole e l’adesione alla campagna vaccinale. Immaginate, ha concluso l'esponente del governo Musumeci, cosa poteva essere gestire questa mole di casi senza l’impatto positivo del vaccino».