figuriamoci se possa farmi condizionare da 7 scappati di casa, disertori e ricattatori". Così Nello Musumeci ha commentato il clamoroso affronto da lui subito ieri dall'Ars nell'ambito della elezione dei tre rappresentanti della Regione che dal 24 gennaio saranno a Roma per prendere parte, così come vuole la Costituzione per tutte le regioni italiane, alla elezione del presidente della Repubblica. Il governatore è arrivato solo terzo al voto per scegliere i delegati regionali, dopo il presidente di Sala d'Ercole Gianfranco Micciché e il deputato Nunzio Di Paola del Movimento 5 Stelle. Dato inatteso, perché tradizione vuole che il capo dell'esecutivo prenda i voti della sua maggioranza. Ma al presidente di voti ne sono mancati almeno 7. Franchi tiratori a tutti gli effetti che, con il voto segreto, hanno generato quello che il presidente della Regione considera non solo un affronto personale ma soprattutto un grave problema politico. Franchi tiratori a cui Musumeci ha risposto parlando di offesa alle istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Poi la clamorosa decisione di azzerare la giunta, annunciando il varo di un nuovo esecutivo che - ha detto - "dovrà portarci all'ultimo giorno". Nello Musumeci ha annunciato che parlerà con i rappresentanti dei partiti vincitori delle elezioni del 2017, a cui chiederà una rosa di nomi da cui sceglierà i nuovi assessori, anche se - ha annunciato - "alcuni saranno confermati". Un contrattacco, quello di Nello Musumeci, che non è piaciuto ai partiti del centrodestra, che in queste ore si dicono indignati per le parole del governatore e che avrebbero voluto un confronto preventivo prima che il presidente annunciasse l'azzeramento dell'esecutivo.