di ogni ordine e grado e degli asili nido in contrasto con la nota del Governo regionale che prevedeva da oggi la riapertura di tutte le scuole. Sconcerto e disorientamento viene manifestato in queste ore da diverse associazioni di categoria che parlano di scelta scellerata che, a fronte dell’apertura di tutte le altre attività produttive e ricreative dei territori, penalizza la scuola privando, ancora una volta, bambini e studenti nonchè disabili e fasce fragili, del loro diritto allo studio. Tutto ciò è avvenuto malgrado la Sicilia sia la Regione con il più alto tasso di abbandono scolastico, fenomeno ulteriormente aggravato dalla crisi pandemica degli ultimi due anni. Ci appelliamo pertanto al Governo nazionale, scrivono Age, Agesc, Confcooperative, Fidae, Fism e Legacoopsociali, affinché intervenga per scongiurare gli effetti di questa decisione che temiamo possa protrarsi a tempo indefinito. Non possiamo, inoltre, fare a meno di osservare che tutte le altre Regioni e Comuni Italiani, seppur a rischio di passaggio in zona arancione per l’alto numero di contagi come la Sicilia, si sono attenute alle indicazioni del Governo che non ha esitato in qualche caso ad impugnare il provvedimento di chiusura delle scuole. Risulta infine ancora più inspiegabile la decretata chiusura dei servizi all’infanzia che, in passato non sono stati chiusi nemmeno durante la permanenza della Sicilia in zona rossa, per una valutazione strategica e programmatica basata sulle seguenti considerazioni: i bambini da zero a cinque anni non usano e quindi non intasano ulteriormente i mezzi pubblici per andare a scuola, non possono indossare le mascherine, non possono essere vaccinati, non rientrano nella scuola dell’obbligo (purtroppo), creano, rimanendo a casa, serie difficoltà ai genitori e soprattutto alle donne che lavorano.