Si torna in classe, alla didattica in presenza, con le nuove regole della quarantena che, fondamentalmente, scattano nel caso di un solo positivo per la scuola dell’infanzia, con due positivi per la primaria e con tre contagiati per la media e le superiori.
Scade domani l’ordinanza firmata dal sindaco di Sciacca Francesca Valenti e da diversi altri sindaci dell’isola, contrariamente alle disposizioni arrivate dal governo regionale che prevedevano la riapertura delle scuole già da giovedì 13 gennaio. Ordinanze che a Palermo e Agrigento erano state bocciate dal Tar che aveva disposto il ritorno in classe già da stamattina. Nel frattempo, però, Agrigento è passata in zona arancione e il sindaco Miccichè ha firmato una nuova ordinanza di sospensione dell’attività didattica in presenza fino al 24 gennaio. Analogo provvedimento è stato adottato questa mattina dal sindaco di Santo Stefano Quisquina Cacciatore.
Facoltà, quella di far ricorso alla Dad, prevista solo per i comuni interessati alle restrizioni. Sono 13 in provincia di Agrigento, ma non è il caso di Sciacca.
La nostra città, nonostante l’elevato numero di contagi, non ha parametri da zona arancione, ha rimarcato il sindaco Francesca Valenti. Determinante, nel nostro caso, è l’alta percentuale di vaccinati ( siamo al 95%). Infatti, non si tiene conto solo dei contagi o dell’incremento della curva. In ogni caso è il dipartimento di prevenzione dell’ASP, in base alla valutazione dei dati a trasmettere la richiesta alla Regione, a prescindere dall’eventuale sollecitazione del sindaco.
A Sciacca, dunque, si torna in classe lunedì 17 gennaio dopo le lunghe vacanze natalizie.
Il fatto che la Sicilia sia rimasta in zona gialla, peraltro, rafforza il pronunciamento del Tar rispetto alle ordinanze dei sindaci, ma anche le decisioni adottate dal governo regionale. L’assessore all’istruzione Roberto Lagalla ieri pomeriggio ha peraltro diffuso l’esito del monitoraggio effettuato dal 13 gennaio nelle scuole che erano state riaperte ed è emerso che gli alunni assenti per positività al Covid non hanno superato il 5 per cento. Un sondaggio effettuato dall’Ufficio scolastico regionale su 706 scuole.
Su 391 Comuni della Sicilia, sono 161 quelli in cui i sindaci hanno emanato ordinanze di sospensione delle attività didattiche, mentre i restanti hanno regolarmente avviato le attività didattiche in presenza. E’ emerso, inoltre, che tra le 548 scuole ricadenti nei Comuni in cui sono stati adottati provvedimenti di chiusura, 513 hanno attivato la didattica a distanza, mentre 35 non hanno svolto lezioni, si tratta di 28.912 alunni.
Anche alla luce di questi dati l’assessore Lagalla, pur dichiarando di comprendere le preoccupazioni dei sindaci, ha ribadito che occorre attenersi alle disposizioni nazionali e alla stessa ordinanza regionale che prevede l’attività didattica in presenza.