dell’ordinanza del 7 gennaio scorso che prevedeva la possibilità di far ricorso alla Dad.
Facoltà della quale si erano avvalsi tutti i sindaci dei comuni arancione, alcuni dei quali hanno dovuto fare però marcia indietro a seguito del pronunciamento del Tar sui ricorsi pervenuti. Era necessario fare chiarezza e così Musumeci ieri ha stabilito che in Sicilia ci si deve adeguare alle disposizioni nazionali che prevedono la didattica a distanza solo nelle zone rosse. I sindaci dei comuni siciliani in zona arancione, quindi, hanno dovuto disporre la riapertura delle scuole a partire da oggi.
E’ quanto è successo a Ribera, Canicattì, Palma di Montechiaro, Favara, Licata. A Santo Stefano Quisquina il sindaco Francesco Cacciatore, pur avendo preso atto del provvedimento del governatore della Sicilia e di conseguenza revocato l’ordinanza che prevedeva la chiusura delle scuole fino al 26 gennaio, ha rinviato a lunedì prossimo il ritorno alla didattica in presenza per poter effettuare, nel frattempo, uno screening della popolazione scolastica. Già questa mattina i ragazzi degli istituti superiori si sono sottoposti al tampone, mentre domenica mattina l’iniziativa coinvolgerà gli alunni dell’istituto comprensivo. Screening che Santo Stefano Quisquina effettua sostituendosi all’ASP, precisa il sindaco, grazie ai fondi comunali stanziati per l’acquisto dei tamponi e quanto altro è necessario, e alla collaborazione del Rotary. Si procederà anche ad una sanificazione e disinfestazione straordinaria dei plessi scolastici e all’installazione di specifici aeratori.
Anche a Cianciana, comune che pure non è in zona arancione, le scuole sono rimaste chiuse. Tre giorni di disinfestazione, dal 17 al 18, su disposizione del sindaco. Oggi è stata effettuata una campagna di screening che ha coinvolto alunni, docenti e personale dell’istituto comprensivo Manzoni Si tornerà in classe domani mattina.
Tutto ciò nonostante il governo regionale abbia chiaramente detto ai sindaci che già da stamattina, anche in zona arancione, le scuole dovevano riaprire e gli studenti effettuare la didattica in presenza.
Polemiche non sopite, quelle sulla scuola e non solo. In primo piano rimane la questione del tracciamento, ma soprattutto quella dei dati relativi a contagiati e guariti che non corrispondono alla realtà. E’ il sindaco di Sambuca di Sicilia Leo Ciaccio ad evidenziarlo oggi al nostro telegiornale.