E’ duro l’attacco del Direttivo del Comitato Civico Patrimonio Termale rivolto al Governatore Nello Musumeci, dopo la notizia, diffusa ieri, dell’avvio, da parte del Governo Regionale, della “ricognizione completa delle condizioni dei siti termali di Acireale e Sciacca, necessaria alla definizione del Piano industriale con cui la Regione stessa presenterà agli interlocutori gli investimenti necessari per riportare gli stabilimenti allo stato in cui si trovavano prima della loro chiusura”.
Apprendiamo - scrivono dal Comitato di Sciacca - che a questo tavolo tecnico il prof. Rosario Faraci ha illustrato “uno studio propedeutico al Piano industriale nel quale vanno tenuti in conto la valutazione degli immobili, le eventuali risorse disponibili per migliorare le condizioni delle strutture, ma anche la stima di fatturato per quando sarà ripristinata la capacità produttiva e alberghiera, nonché il canone annuo per la Regione”.
L’ormai famoso Piano Industriale quindi – sottolineano dal Comitato Civico Patrimonio Termale - è tutt’altro che definito, saremmo solo all’inizio della fase propedeutica.
«A fine mese – aveva poi aggiunto il governatore della Sicilia – contiamo di avere il Piano industriale e potremo quindi confrontarci con Federterme per le prime valutazioni».
“Quali valutazioni? E INAIL che fine ha fatto? - si chiedono, pertanto, dal Comitato”. Non è infatti chiaro a chi spetti ripristinare gli stabilimenti nello stato in cui si trovavano prima della chiusura, se alla Regione o gli interlocutori. Non è nemmeno chiaro – aggiungono – in che modo siano state impiegate quelle decine di milioni di euro che il governatore Musumeci ha dichiarato di avere sborsato in quattro anni a favore delle Terme.
“Insomma siamo ancora alla fase dei sopralluoghi – continuano dal comitato - forse l’unica vera novità è che il presidente Musumeci è riuscito a centrare l’obiettivo di rimettere Sciacca e Acireale su una stessa barca, comunque vada, annullando il vantaggio che Sciacca aveva su Acireale nella possibile riapertura. Ci appare evidente che non c’è in realtà alcuna nuova notizia che non fosse già nota, ma solo il tentativo ben organizzato di far apparire il governo regionale impegnato sul fronte della questione termale” - dichiano i membri del Comitato Civico Patrimonio Termale.
“Altra notizia potrebbe esser considerata, poi, l’illustrazione dello studio propedeutico al Piano Industriale fatta dal Prof. Faraci, ma allora – incalzano dal comitato - avremmo preferito conoscerne almeno in parte i contenuti invece di questa grancassa propagandistica pro termalismo a parole del Presidente Musumeci”.Al tavolo di lavoro non è stato, infatti, invitato a partecipare alcun rappresentante né di Sciacca, nè Acireale. “Insomma – concludono dal Comitato Civivo Patrimonio Termale - forse l’ennesimo sgarbo istituzione e, temiamo seriamente, l’ennesima presa per i fondelli”.