è il tema scelto quest’anno per l’ottavario dedicato alla Madonna del Soccorso che prenderà il via il prossimo 25 gennaio; otto giorni di preghiera che precedono il 2 Febbraio, data in cui storicamente nel 1626 la città di Sciacca fu liberarla dalla peste. In ricordo di quell’avvenimento, prima dell’avvento del covid nel 2020, si è tradizionalmente svolta ogni anno la processione del simulacro della Madonna, condotto in spalla dai portatori per le vie del centro storico di Sciacca. Processione che anche nel 2022, causa pandemia, non potrà svolgersi. Concentriamoci sulla preghiera, ogni fedele cammini insieme agli altri in un’ unica chiesa, in un’unica comunità, per cambiare la società di oggi: è questo il messaggio che l’arciprete don Giuseppe Marciante ha lanciato nel corso di una conferenza stampa indetta questa mattina in chiesa madre, nel corso della quale è stato affiancato dal sindaco Francesca Valenti, e dal presidente della cooperativa Pescatori, Vincenzo Marinello.
Naturalmente l’ingresso in basilica sarà contingentato, con massimo 200 persone per celebrazione. Si sta anche pensando di collocare degli altoparlanti all’esterno della chiesa per permettere ai fedeli di poter assistere alle messe anche fuori. Oltre alla processione del 2 Febbraio, non si terrà nemmeno, ovviamente, la processione del Voto, il primo Febbraio, memento in cui la città rinnova il suo affidamento alla Madonna. Quel giorno sarà l’arcivescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, omonimo dell’arciprete di Sciacca, a celebrare la messa delle 11.30, la sera alle 19.00 sarà, invece, l’arcivescovo Alessandro Damiano ad officiare la celebrazione eucaristica.
Tra le novità di quest’anno, alcuni stendardi che le famiglie saccensi del centro storico potranno richiedere in chiesa Madre e collocare all’esterno delle proprie abitazioni, in ricordo proprio della processione: un legame ulteriore tra la comunità e la Madonna. Altra, discussa, novità, riguarda proprio la statua della Madonna che, molto probabilmente, rimarrà nella sua collocazione originaria, all’interno della nicchia, alle spalle dell’altare, e non verrà, dunque, scesa, come da tradizione, sul presbiterio.