nel tentativo di dare una risposta soddisfacente nei confronti del fenomeno del randagismo, che evidentemente continua ad essere uno dei problemi più difficili da risolvere. È andata deserta il mese scorso la gara per l'affidamento del servizio di cattura, trasporto, ricovero, custodia, cura e mantenimento di cani e gatti randagi vaganti rinvenuti nel territorio comunale. Un incarico da 245 mila euro che, però, al momento non ha voluto nessuno. E il comune adesso deve riprovarci. Stavolta ha deciso di dare maggiore pubblicità al bando disponendo la pubblicazione a pagamento su quattro quotidiani. Una prassi normalissima. Che una municipalità come quella di Sciacca, che economicamente non sta attraversando una fase florida, sia costretta a spendere 245 mila euro in un anno per fronteggiare un fenomeno come quello del randagismo (che naturalmente dal punto di vista dei problemi riguarda più i cani che i gatti). Ma il problema c'è ed è di dimensioni importanti. Da una stima del distretto veterinario ci sarebbero almeno 300 cani vaganti sul territorio, anche se recentemente ha subito un'importante svolta la questione delle microchippature, dopo l'intervento della Lega Anti Vivisezione che ha organizzato le campagne di registrazione all'anagrafe canina ottenendo dalle autorità il via libera anche per i cani adulti. Rimane ancora basso il numero di cani sottoposti a sterilizzazione, appena una quarantina. Eppure il randagismo viene alimentato anche dal fenomeno di quei cani padronali non sterilizzati i quali, lasciati liberi durante il giorno, si accoppiano e si riproducono. Una questione che va affrontata anche attraverso vere e proprie campagne di educazione, che mettano da parte eccessi ed estremismi, sia dall'una che dall'altra parte. Perché che avvelenare i cani sia una pratica odiosa non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di dirlo. E sappiamo bene, anche sul piano del gravissimo danno d'immagine nei confronti della città di Sciacca e delle sue persone perbene causato dai responsabili delle polpette avvelenate di Muciare, le ferite di quello che è successo quattro anni fa sono ancora aperte. Il dibattito sul tema va recuperato e gestito con i toni giusti, e sicuramente sarà un tema della stessa prossima campagna elettorale.