l'Assemblea Territoriale Idrica, quella di cui fanno parte i sindaci dei 43 comuni della provincia di Agrigento, principale artefice delle sorti del problema della gestione delle sorgenti e della distribuzione dell'acqua sul territorio, ancorché nella qualità di interlocutore della società incaricata di occuparsene. La presidente uscente è Francesca Valenti. Sono diverse le ragioni che inducono a ritenere che non sarà lei a succedere a se stessa. Sembra una questione di poco conto, ma così non è. La direzione dell'Ati, soprattutto in questa fase storica, assume infatti un significato che potremmo anche etichettare come politico. Perché se è stata l'Ati a coordinare e ad ottenere il consenso diffuso da parte di tutti i comuni al via libera all'azienda idrica comuni consortili (vicenda che ha indubbiamente permesso a Francesca Valenti di portare a casa un risultato del suo programma elettorale di sindaco di Sciacca), è anche vero che l'avvio della nuova gestione da parte dell'Azienda Idrica Comuni Agrigentini sta rivelando grossi problemi. È piuttosto recente la presa di posizione assai polemica del sindaco del capoluogo Franco Micciché, che dopo avere accettato a denti stretti la scelta verso la società pubblica che era stata fatta dal suo predecessore Lillo Firetto, ha detto apertamente che se non ci fosse stata la continuità amministrativa lui avrebbe fatto fare al comune di Agrigento marcia indietro. Perché ci sono troppi problemi idrici che Aica non riesce a fronteggiare e a risolvere e perché ci sono troppi interventi di manutenzione che Aica non riesce ad effettuare. In questo periodo peraltro la situazione delle rotture delle condotte idriche e delle perdite di acqua per le strade sta letteralmente esasperando i cittadini. È questo il quadro nel quale Aica oggi ha fatto sapere che ci sono troppi utenti che non pagano la bolletta, annunciando le attività di recupero del credito nei confronti di chi non è in regola. Il gestore minaccia i morosi che se non pagano potrà, ai sensi di legge, limitare la fornitura, sospendere o disattivare la fornitura.
Aica che poi fa sapere anche di essere al lavoro contro il fenomeno dei furti di acqua, definiti più elegantemente “prelievi abusivi”. Naturalmente non c'è alcuna giustificazione per i comportamenti sbagliati, e le leggi vanno rispettate. Ciò non toglie che al momento il servizio non sta funzionando a dovere. Non è inutile ricordare che in questo quadro generale il rischio è che si rimpiangano i vecchi tempi della gestione privata di Girgenti Acque, preferendola a quella pubblica. Attorno al rinnovo degli organismi direttivi dell'Assemblea Territoriale Idrica potrebbe muoversi una partita a scacchi con sullo sfondo la gestione di un potere che possa far rientrare dalla finestra un altro privato dopo avere fatto uscire Girgenti Acque dalla porta. In tutto questo c'è anche la posizione dei sindaci dei comuni che gestiscono direttamente le loro risorse idriche. I quali non nascondono la preoccupazione di qualcuno che operi un colpo di mano contro il riconoscimento dell'articolo 147. E in definitiva, alla luce anche del disegno di legge della Regione che tende alla creazione di una società d'ambito unica in tutta la Sicilia, ci sono movimenti strani attorno al futuro dell'Ati di Agrigento. E questo nel caso in cui qualcuno dubitasse ancora che l'acqua continua ad essere il petrolio bianco, su cui continuano ad essere puntati gli occhi di chi fa business.