sono queste le quattro inequivocabili parole che compongono il mittente della mail di convocazione dei giornalisti per sabato mattina alle 10 in piazza Scandaliato. Una conferma delle indiscrezioni che il nostro Telegiornale ha riportato nei giorni scorsi. Si annunciano – testualmente - “importanti comunicazioni riguardanti le prossime consultazioni per l'elezione di un nuovo sindaco di Sciacca”. Il progetto Messina dunque è partito. E ancora una volta il leader di Italia dei Valori è riuscito ad attrarre su di sé le luci dei riflettori, imponendo un'accelerazione consistente al cammino della città verso le prossime amministrative, in un panorama dove i protagonisti fino ad oggi si sono attardati in riunioni riservate e trattative tuttora ferme ancora nelle fasi di studio.
Il progetto di Ignazio Messina ha come caratteristiche più o meno annunciate quelle civiche, in una composizione la più trasversale possibile, con l'idea di una squadra impostata sulla presenza contemporanea di personalità competenti e con i contatti giusti per promuovere un progetto di sviluppo culturale e di crescita economica, magari con gli occhi puntati sul celeberrimo Pnrr.
È indubbio che all'operazione Messina possano guardare con attenzione soggetti già in campo da alcuni mesi. E se il progetto, come dice il diretto interessato, è prevalentemente civico, allora è possibile immaginare che tra gli interlocutori privilegiati dell'ex sindaco possano esserci già quelli dell'associazione "Sciacca Venti/Ventidue". Un'ipotesi che potrebbe però allontanare altre opzioni, come quella di una possibile intesa anche con Forza Italia, o con lo stesso Partito Democratico. L'obiettivo di Messina è il più possibile inclusivo, ma a dispetto dei “possibilismi” che cirolavano nelle scorse ore, sembra ragionevolmente improbabile che Bellanca, Mandracchia e Settecasi siano disponibili a sedere allo stesso tavolo con personalità con le quali ci sono state rotture piuttosto recenti e, dunque, appare difficile immaginare la condivisione di un progetto da parte loro con Cusumano e Catanzaro, al di là di ogni decantata dinamicità della politica.
Ma il coordinatore forzista Mario Turturici ha con Ignazio Messina un rapporto personale significativo, e con la tensione delle relazioni tra Forza Italia e il resto dello schieramento di centrodestra potrebbe “ricambiare” il favore che Messina gli fece nel del 2004 al ballottaggio. Il punto centrale dell'attuale fase politica, ed è così che sembrerebbe pensarla anche Nuccio Cusumano, è che non ci si può attardare più agli steccati e alla geografia politica regionale o nazionale, perché i problemi di una comunità locale possono essere risolti dalle idee migliori, indipendentemente da una provenienza di destra o di sinistra.
Ma esiste anche il problema dei veti incrociati. Perché se Messina potrebbe anche cercare di includere nel suo progetto un altro ex sindaco, come Fabrizio Di Paola, sarebbe improbabile che costui, come quelli di “Venti/Ventidue” possa discuterne con quella Forza Italia, croce e delizia della sua carriera politica, che ha nominato Turturici e incluso Cusumano senza che lui (che eppure aveva bevuto l'ennesimo amaro calice offertogli da Gianfranco Micciché) ne sapesse nulla.
Insomma: Messina apre la campagna elettorale, ma i nodi da sciogliere e le alleanze possibili sono ancora numerosi. Infine c'è il nodo Pd. Messina ha interloquito con molti soggetti politici, compreso naturalmente con Michele Catanzaro, e il suo obiettivo non sembra quello di attaccare l'amministrazione uscente. Un'alleanza con i Dem è già stata già nettamente respinta da Fabio Termine, che invece è orientato a candidarsi in un'alleanza tra Mizzica e il Movimento 5 Stelle. Politicamente Messina e Termine puntano ad essere entrambi, ancorché in modo diverso, i destinatari di un voto del cambiamento, di quelli di fronte ai quali i saccensi non si sono certo mai tirati indietro. Sullo sfondo del dibattito rimane però la questione dei simboli. Simboli sì, simboli no. Nel centro destra sembra essere questo il problema dei problemi.
Fratelli d'Italia vuole correre con il simbolo, ma anche Forza Italia vuole correre col simbolo. Eppure, quasi in modo bizzarro, le strade dei due soli partiti che insistono più di altri sulla loro riconoscibilità potrebbero essere divise. Se il problema del centrodestra al momento è scegliere un candidato tra Di Paola e Bono, dopo la conferenza stampa di Messina di sabato le cose potrebbero cambiare repentinamente anche qui . Quello di Salvatore Monte rimane un nome a cui viene attribuito un certo interesse. Per non trascurare il fatto che nel panorama delle operazioni civiche c'è da segnalare il lavoro che sta facendo l'ex assessore Michele Ferrara, che insieme ad Alfredo Ambrosetti sta organizzando una presenza “centrista” che non si esclude possa guardare alla carica piu' importante. È ragionevole immaginare che Ferrara possa aderire ad uno dei progetti. Si sa da un po' di tempo che ci sia un'interlocuzione tra lui e lo stesso Fabio Termine, in uno schieramento nel quale in ogni caso sono da escludere presenze partitiche.
In mezzo alle indiscrezioni oggi c'è chi parla apertamente. È il caso dell'ex deputato regionale socialista Pippo Segreto, che propone di mettere da parte le sigle di partito, definendo questo suo richiamo una metodologia necessaria per dare nuovo slancio alla città. Per Segreto “l’esigenza vera che occorre porsi davanti è la rinascita di Sciacca, cosa possibile solo senza sigle e simboli ma con impegno e sacrificio per salvaguardare un territorio da troppo tempo abbandonato. Segreto propone così di rimandare la scelta del candidato a sindaco dopo avere condiviso un decalogo di cose da fare, a partire dalla vertenza termale, ma in unità d'intenti, senza litigi, perché è questo che chiede la comunità.