quello dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Quel voto non è stata un’offesa alla mia persona, ma un’offesa all’istituzione che io rappresento per volere dei cittadini". Ha esordito così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, oggi pomeriggio in occasione del suo ritorno all’Assemblea Regionale Siciliana dopo l’elezione dei tre grandi elettori del capo dello Stato in cui il governatore arrivò terzo. Subito dopo quel voto, sembrava che la crisi di governo fosse imminente, lo stesso Musumeci aveva parlato di possibili dimissioni e annunciato un azzeramento della giunta. Poi però nulla di tutto ciò. E Musumeci ha anche spiegato i ragionamenti fatti dopo quel voto. «Il voto anomalo espresso all’interno della coalizione di governo, è frutto di autonoma iniziativa o un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo? Ci sono le condizioni per continuare o meglio chiudere in anticipo? Questi gli interrogativi che mi sono posto quella sera», ha detto il governatore. «Da qui è nata la scelta di sentire la coalizione, ha aggiunto, un lavoro di verifica fatto per rispetto delle forze del centrodestra. Nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta e tutti vogliono lavorare con questo governo fino all’ultimo giorno della legislatura. Significa che quel voto non era frutto di scelte politiche dei partiti. Avevo bisogno di questa conferma. Nessun governo ha garantito stabilità come questo, senza mai un giorno di crisi». Musumeci ha aggiunto: «Sarebbe da ipocrita negare che in questa legislatura non ci siano state fibrillazioni tra l’Assemblea e il governo, degenerate a volte in pregiudizio ideologico da parte delle opposizioni e non solo, e in qualche caso un pregiudizio personale». Il governatore ha sostenuto che questo conflitto istituzionale ha radici antiche, a partire dal 2001 con l’elezione diretta del presidente della Regione siciliana. Opposizioni al contrattacco in aula dopo l’intervento del governatore. "Presidente la verità è che lei ha fatto tutto da solo, e da solo si è cacciato nel baratro. Si dimetta, e torniamo al voto», ha detto il capogruppo del Misto, Danilo Lo Giudice di Sicilia Vera, il movimento di Cateno De Luca che martedì prossimo ufficialiazzerà in una conferenza stampa la sua candidatura alla presidenza della Regione alle elezioni d’autunno. Anche Nuccio Di Paola, capogruppo del M5s, ha sollecitato Musumeci a dimettersi, mentre Claudio Fava (Centopassi) ed Anthony Barbagallo (Pd) hanno ricordato che il governatore, dopo l’esito del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato, ha apostrofato i deputati come «scappati di casa, sciagurati e traditori».