due anni dopo l’inizio della pandemia: finisce da oggi l’obbligo di utilizzare le mascherine all’aperto, una misura che era stata decisa con il decreto del 13 ottobre del 2020, dunque 16 mesi fa. E’ l’inizio di un percorso che da qui alla fine di marzo, quando scadrà lo stato di emergenza, porterà ad un allentamento di tutte le altre restrizioni e che non è escluso possa avere anche un’accelerazione, con alcuni divieti che potrebbero cadere anche prima del 31 marzo. Dalle prossime ore, dunque, si potrà tornare a circolare per le strade con il viso scoperto anche se sarà obbligatorio avere sempre con sé la mascherina ed indossarla nelle situazioni di assembramento. Si tornerà anche a ballare, con la riapertura delle discoteche, il settore che è stato più penalizzato in questi due anni di emergenza e che, eccezion fatta per una piccola parentesi nell’estate del 2020, è rimasto sempre chiuso: dovranno mantenere una capienza del 50% al chiuso e si potrà stare senza la mascherina solo in pista. Ma mascherine e discoteche sono solo i primi due step di quella road map annunciata dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi per riaprire il Paese che, al momento, ha altre due date: il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza, e il 15 giugno, quando invece finirà l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Sul primo punto l’orientamento del governo è quello di non prorogarlo, soprattutto se si confermerà il calo dei contagi e dei ricoveri. Potrebbe essere anche quella la data, come tra l’altro indicato nell’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, in cui si potrà dire addio anche alle mascherine al chiuso. Diverso il discorso sul green pass perché, se è probabile che per i cinquantenni resterà la data del 15 giugno, altri interventi potrebbero essere anticipati, con le Regioni che già chiedono di accelerare. Intanto è atteso per oggi il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità che dovrebbe certificare alcuni cambi di colore nelle fasce di rischio per le regioni, a seguito di un quadro in miglioramento. La Sicilia potrebbe passare dall’arancione al giallo a partire da lunedì 14 febbraio, avendo registrato 14 giorni consecutivi di terapie intensive stabilmente sotto la soglia critica del 20% (dagli ultimi dati è intorno al 14%).