Lo scontro in atto tra Gianfranco Micciché e Nello Musumeci evidentemente suscita timori per il futuro, soprattutto in assessori regionali e parlamentari tuttora in carica all'ARS. Ieri il presidente di Sala d'Ercole ha fatto rendere pubblica la sua candidatura alla presidenza della Regione. Pochi giorni fa a ricandidare il governatore era stata invece Giorgia Meloni in persona. Non tutti nel partito di Berlusconi condividono l'atteggiamento dello storico plenipotenziario del cavaliere. Il rischio oggettivo è una possibile spaccatura. E a guardare con attenzione decisamente interessata a queste dinamiche interne a Forza Italia è il Partito Democratico. Ieri il segretario regionale Anthony Barbagallo non ha negato l'interlocuzione in corso con il capo di palazzo dei Normanni per un'ipotesi di alleanza futura. Ma se non tutti in Forza Italia non condividono la linea di Micciché, la stessa cosa sta succedendo anche tra i Dem nei confronti di Barbagallo. Nelle scorse ore è venuto fuori il nome di Caterina Chinnici come possibile punto d'unione in un'ipotesi di alleanza trasversale. Ma se Micciché ha fatto uscire il suo nome è improbabile che possano esserci marce indietro di sorta.
L'ipotesi di un'alleanza tra Pd e Forza Italia (e non necessariamente con i rispettivi simboli) alla Regione potrebbe prendere corpo anche per le stesse elezioni amministrative palermitane. E sembra irrobustirsi a questo punto di ora in ora la stessa possibilità anche a Sciacca. Michele Catanzaro ha un rapporto personale con Micciché. Il neo coordinatore di Forza Italia Mario Turturici oggi al nostro Telegiornale non si schermisce: "Sono convinto - dice - che la situazione attuale e le straordinarie difficoltà che stanno attraversando gli enti locali impongano anche a livello comunale di lavorare per un quadro politico ampio e forte, così come si è fatto a Roma per il governo Draghi". L'unica differenza, per l'ex sindaco, è che un progetto di tale portata eventualmente non dovrebbe rimanere circoscritto ai soli partiti tradizionali ma estendersi anche alle liste civiche. Non sarebbe affatto bizzarro, a giudizio di Turturici, creare anche a Sciacca una coalizione composta da forze politiche e civiche con diverse tendenze, identità e simboli. "L'idea è quella di un campo largo", conclude Turturici. Se ne parlerà alla annunciata conferenza programmatica di marzo.
Democratici e Forzisti di Sciacca potrebbero anche assurgere al ruolo di fondatori di questa alleanza. D'altronde lo scorso agosto, proprio nei nostri studi, parlando delle prossime amministrative Michele Catanzaro aveva detto che un accordo Pd-Forza Italia non sarebbe stato peregrino. Il quadro in ogni caso al momento è ancora confuso. Anche se si parte da due punti (apparentemente) fermi: le autocandidature di Ignazio Messina e di Michele Ferrara. Il resto del panorama vede ancora le trattative e le riunioni convocate per fissare le successive riunioni in un centrodestra che già da tempo fa a meno di Forza Italia, sempre nel solco periodico di un'alleanza ampia (anche in questo caso) tra simboli di partito e liste civiche. Con alcune di queste ultime però che non vogliono partecipare a progetti dove ci siano le prime. La decisione di Messina di candidarsi sembra avere bagnato le polveri del suo slancio iniziale, battezzato in piazza davanti a microfoni e telecamere. Si sa che l'ex sindaco sta insistendo per provare a raggiungere un accordo con Mizzica e Movimento 5 Stelle. Fabio Termine e i suoi però potrebbero prendere in considerazione un'eventualità del genere solo se Messina azzerasse il quadro e ritirasse la sua candidatura.
Nel centrodestra lo scontro tra Micciché e Musumeci sancirebbe l'allontanamento anche qui tra Forza Italia di Cusumano e Turturici e Fratelli d'Italia di Giuseppe Marinello. Attenzione però: non sempre le cose più semplici sono anche le più probabili. Sciacca Venti Ventidue dei 3 ex assessori Bellanca, Mandracchia e Settecasi sembra sempre più lontana da progetti che non siano soltanto ed esclusivamente civici. Nel centrosinistra, reduce dagli anni di Francesca Valenti sindaco di Sciacca, si potrebbe puntare su un progetto diverso. Si muovono anche i centristi. Stando così le cose è improbabile che alle prossime elezioni ci siano poche candidature. La strategia potrebbe essere ancora una volta quella di una selezione naturale al primo turno e di una battaglia finale più o meno all'ultimo sangue per il ballottaggio.