Come sancito dall’ultimo decreto del 7 gennaio scorso, da questa mattina il Green Pass Rafforzato (ottenuto con vaccinazione o per guarigione) è obbligatorio per tutti i lavoratori over 50. Chi non lo possiede, rischia una multa dai 600 ai 1.500 euro, oltre a risultare assente ingiustificato, perdendo così il diritto a retribuzione e contributi. Il mancato possesso per quattro giorni (anche non consecutivi) del certificato fa scattare, a partire dal quinto giorno, la sospensione dal servizio e dallo stipendio. Previste sanzioni da 400 a 1.000 euro anche per i datori di lavoro pubblici e privati che non controllano. La misura vale fino al 15 giugno 2022, e probabilmente non sarà prorogata.
Ma già prima di giugno pare inevitabile il superamento, almeno in parte, del Green Pass. Il ministro al Turismo, il leghista Massimo Garavaglia ha, infatti, dichiarato che sotto una certa soglia di occupazione dei posti letto in rianimazione potrebbero essere eliminate, passo dopo passo, tutte le misure. Il segnale che la pandemia stia davvero arretrando arriva, a livello nazionale, dagli ospedali. I reparti con i pazienti Covid si stanno infatti cominciando a svuotare: nelle ultime due settimane i malati ricoverati nelle rianimazioni e anche negli altri reparti di sono ridotti di quasi un terzo.
La decisione di mettere l'obbligo di vaccino per gli over 50 "è stata presa quando la curva era in salita esponenziale - continua il ministro Garavaglia- La matematica ci dice che se una curva cresce rapidamente, altrettanto rapidamente scende. Quindi da ora in avanti verranno prese decisioni che vanno nella direzione opposta", ha concluso il ministro.
In teoria, eliminato lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, e visto che i numeri migliorano di settimana in settimana, anche le regole legate a quel provvedimento straordinario dovrebbero decadere. Attualmente, il super green pass è obbligatorio non solo per andare a lavorare, ma anche per viaggiare in treno o in aereo, su bus e metro, per andare allo stadio, in palestra o in piscina, per ballare in discoteca, andare a un concerto oppure a vedere una mostra, sedersi al ristorante o al bar, anche all'aperto. Non solo la Lega ma anche altri pezzi di maggioranza cominciano a credere che del Super Green Pass se ne possa fare a meno. Pare che anche Draghi abbia già detto ai suoi di non volere rinnovare l’obbligo.
Il ragionamento è il seguente: in Italia sono rimasti senza certificato rafforzato 800mila cittadini di età compresa tra i 50 e i 65 anni. Se tra questi il 40% non lavora, restano mezzo milione di irriducibili che sembrano ignorare il Super Green Pass e che, con buone probabilità, non si vaccineranno. Quindi lo stop anticipato della certificazione verde non è più da escludere, anche perché la mossa darebbe una boccata d'ossigeno al turismo, già dalla primavera, visto che molti stranieri il green pass non lo hanno mai avuto o non lo possiedono più perché nei loro Paesi è stato già abrogato. Potrebbe, invece, restare in vita più a lungo quello "base", con tampone negativo.
Ma queste, sono soltano alcune delle ipotesi che circolano in queste ore, è ancora tutto da decidere.
Sicuramente, l'addio al Green Pass sarà graduale. A inizio aprile il Green Pass base potrebbe essere abbandonato per shopping, banche e uffici postali. Successivamente, dovrebbe decadere l’oggligo anche per accedere a parrucchieri, barbieri, estetisti ed a tutti i centri di servizi alla persona. Probabile, invece, che il green pass, super o base, resti fino all'estate nei trasporti a lunga percorrenza. Ma, come dicevamo, ancora niente è certo ed è essenziale che i casi e, soprattutto, i ricoveri in ospedale causati dal covid continuino a diminuire in tutto lo stivale.