È questo il commento del neopresidente dell'Assemblea Territoriale Idrica Domenico Gueli oggi al nostro Telegiornale all'indomani della sua nomina a capo dell'organismo politico che sovrintende alla gestione delle risorse idriche in provincia di Agrigento. Una carica assunta da Gueli in un momento delicato, dove non mancano dubbi e perplessità di chi considera già fallimentare, a pochi mesi dall'inizio della sua attività, l'azione dell'Azienda Idrica Comuni Agrigentini. E stamattina Gueli era già a Palermo, per capire quali possano essere le prospettive e il grado di autonomia di una gestione pubblica in provincia di Agrigento che però è costretta a fare i conti con le difficoltà di avviamento di A.i.c.a. e probabilmente anche con qualche sindaco che non è semplicemente insoddisfatto della qualità del servizio post-Girgenti Acque, ma che probabilmente vorrebbe tornare alla gestione privata, evidenziando che prima le riparazioni delle numerose perdite idriche che disperdono ogni giorno migliaia di litri di acqua al secondo venivano riparate con maggiore tempestività. La nomina di un presidente di Ati che non nasconde di volere continuare a lavorare sulla scia del precedente direttivo è un segnale forte, al di là del tentativo alla Regione di produrre l'ennesima riforma come quella di un ambito gestionale unico per tutta la regione e in un quadro nel quale il soggetto pubblico è comunque costretto ad acquistare quantitativi significativi di acqua da redistribuire agli utenti da un privato di nome Siciliacque.