Continuano a rimarere fermi i tir che trasportano merci, soprattutto beni alimentari, in una terra in cui è il settore trainante è l’agroalimentare, il cui trasporto avviene principalmente su gomma. Una protesta legittima – commentano oggi il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo ed il neo assessore all’agricoltura Giovanni Di Caro – ma che sta comportando seri danni economici al settore. Con il fermo dei camionisti, infatti, rimane bloccato, in primis, il commercio delle arance di Ribera DOP che, così facendo, non riescono ad arrivare sui mercati ortofrutticoli nazionali ed internazionali e rimangono invendute nei magazzini, con irreparabili conseguenze all’economia di tutto il comparto agricolo. L’amministrazione comunale di Ribera è, ovviamente, vicina agli autotrasportatori – scrivono Ruvolo e Di Caro in una nota - così come è vicina a tutti i lavoratori dei settori economici che attraversano oggi un particolare momento di crisi a causa dell’aumento dei costi di produzione e chiede agli autotraportatori di trovare metodi alternativi di protesta. Il perdurare del blocco, può causare la morte dell’economia: il rischio è quello di innescare di fatto una “guerra tra poveri” con conseguenze nefaste per tutti. L’auspicio è che il governo nazionale metta immediatamente in campo le soluzioni necessarie per risolvere una situazione che sta diventando drammatica per molti lavoratori e per molte famiglie, ma i segnali di vicinanza, da Roma, stentano ad arrivare. Ieri non è emerso granchè dall’incontro tra Unatras, l'unione dell'autotrasporto, con il Viceministro Bellanova e la protesta si è subito allargata a macchia d’olio, con conseguenze imprevedibili, dai rifornitori di benzina a secco agli scaffali dei supermercati che iniziano a svuotarsi. Disagi, ad esempio, ieri sera sulla statale 640 all’altezza di contrada Grottarossa, a metà strada tra Caltanissetta e Agrigento. Anche l’assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità in Sicilia, Marco Falcone, ieri ha presentato le istanze degli autotrasportatori siciliani al Ministero. Il governo Musumeci, condividendo le ragioni della protesta, ha chiesto al governo Draghi di intervenire recependo tre proposte: adoperarsi per il taglio dei costi dei trasporti sostenuto dalle imprese sulle autostrade del mare, predisporre un aumento del credito d’imposta sul carburante per gli autotrasportatori e, infine, l’aumento del tetto massimo di ore guida giornaliere. Al contempo si chiede agli autotrasportatori un gesto di buonsenso e una mediazione che porti allo sblocco della situazione in tempi brevi.