che sta mettendo in ginocchio il settore dell’autotrasporto. Dopo l’incontro di ieri al ministero delle Infrastrutture che si è concluso senza i risultati sperati, Confartigianato insiste sul dialogo e dice no alle proteste violente e non legali che penalizzano una società già provata da anni di pandemia. “Continueremo a cercare, anche con la nostra categoria nazionale – dice Salvatore Di Piazza, presidente regionale dell’Autotrasporto di Confartigianato Sicilia – un confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per trovare le soluzioni necessarie. Le imprese dell’autotrasporto sono state investite negli ultimi tempi da un ciclone spaventoso. Dall’aumento dei carburanti in testa su tutto – spiega Di Piazza –, all’aumento dell’ad-blue, al costo dei pneumatici. Senza considerare le pesanti ricadute dovute al caro energia, ai costi delle autostrade e degli imbarchi”. In Sicilia sono quasi 6500 le imprese del trasporto merci, di cui il 43% sono artigiane. Il maggior numero si trovano nella provincia di Catania (con 1926 aziende) e Palermo (con 1124). Nell’arco dell’ultimo anno, il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è rincarato del 20,7%, con un impatto di maggiori costi, a livello nazionale, pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci. Una batosta che si scarica interamente sui margini di profitto e sul valore aggiunto aziendale, considerato che i prezzi alla produzione nel trasporto merci, al terzo trimestre 2021, sono in calo dell’1,2% rispetto ad un anno prima. “Non escludiamo che potrà essere necessario spegnere i motori piuttosto che continuare a lavorare in perdita – conclude il presidente della categoria Di Piazza –, ma sicuramente opereremo sempre nel rispetto delle regole, in piena legalità e mai con atteggiamenti violenti. Siamo in una situazione di emergenza ed è giusto che il Governo la riconosca come tale e trovi le giuste soluzioni senza ulteriori inasprimenti degli animi”.