è in atto un pressing consistente proveniente da più parti per tentare di convincere l'ex segretario generale del comune di Sciacca (ma anche di due capoluoghi come Agrigento e Trapani) Carmelo Burgio ad accettare la candidatura a sindaco. Al momento l'iniziativa vedrebbe protagonisti soggetti riconducibili al Partito Democratico e a Forza Italia, ma anche esponenti di un'area consistente della Sinistra storica saccense e con l'attenzione di altri soggetti civici più o meno trasversali. Ritengono tutti che Burgio avrebbe la preparazione professionale e la conoscenza della macchina burocratica necessaria per rilanciare il territorio e negoziare in modo concreto con i livelli superiori di governo, dalla Regione allo Stato. La trattativa è in corso. Anche Burgio, che al momento svolge il ruolo di commissario del neonato comune di Misiliscemi, sarebbe propenso a considerare l'ipotesi di un suo ingresso nella contesa elettorale saccense a condizione però che il progetto che lo sostiene abbia una connotazione civica e la più larga possibile. La sua candidatura potrebbe peraltro vedere alcuni tra i protagonisti della scena politica disponibili a convergere sul suo nome.
Il Pd (anche con un'eventuale identità civica) potrebbe puntare su Burgio per provare a concorrere alle elezioni con un nome considerato affidabile e in grado di rilanciarne le quotazioni. Forza Italia potrebbe farlo anche come possibile contromossa nei confronti di chi (soprattutto nella coalizione naturale del centrodestra) considera più o meno "ingombranti" i nomi dei recenti approdi di Mario Turturici e Nuccio Cusumano. Vedremo cosa accadrà. Nelle scorse ore intanto Ignazio Messina ha diviso, come in una lavagna, i "Pd buoni" e i "Pd cattivi". Lo ha fatto rendendo pubblico il suo incontro, nella qualità di segretario nazionale di Italia dei Valori, con il leader dei Dem Enrico Letta. Il quale ha dichiarato all'agenzia di stampa Agi che con il partito di Di Pietro "c'è un lavoro comune in vista delle elezioni amministrative", nell'ambito della costruzione di quello che viene definito "un sistema largo di alleanze". Il messaggio di Messina è chiaro, e tende a dimostrare i suoi rapporti ai massimi livelli della politica italiana. Appare singolare che il neo candidato a sindaco, che non vuole nemmeno discutere con i Dem di Sciacca (che hanno governato negli ultimi 5 anni), renda pubblica un'interlocuzione con il loro capo nazionale. L'indicazione agli elettori saccensi è che, da sindaco, Messina avrebbe la possibilità di far fruttare i suoi rapporti politici personali ai più alti livelli. Una interlocuzione che, peraltro, potrebbe far aumentare le possibilità che la lista Sciacca Venti Ventidue concluda un'intesa con l'ex primo cittadino di Sciacca, perché consentirebbe a Bellanca, Mandracchia e Settecasi di legittimare una connotazione di centrosinistra. Potremmo essere dunque in procinto dell'allargamento del campo di Messina, a quasi un mese dalla ormai celebre conferenza stampa in piazza Scandaliato. Insieme a questo gruppo ci sarebbe la lista Onda di Carmelo Pullara, ma probabilmente anche la lista Sciacca Terme Rinasce di Michele Ferrara. Che, in questo caso, dovrebbe fare un passo indietro dalla sua annunciata candidatura a sindaco. Questo non escluderebbe un ripensamento generale di Ferrara, che potrebbe decidere di trattare con Burgio. Tutto è in divenire.
Le trattative nel centrodestra, anche alla luce della possibilità che Burgio scenda in campo, sembrano al momento essersi arenate. Si sa che la componente dell'Mpa di Roberto Di Mauro è orientata a far parte dello schieramento insieme a Fratelli d'Italia e Diventerà Bellisima. Di questo gruppo farebbero parte anche la componente di Sciacca al Centro di Fabrizio Di Paola e una lista Udc-Noi con l'Italia. Quest'ultimo soggetto politico, che ha in Maurizio Lupi il leader nazionale, ha conferito all'ex parlamentare Giuseppe Ruvolo l'incarico di responsabile nazionale per i problemi dell'Agricoltura. Il problema nel centrodestra, dopo le trattative naufragate con Sciacca Venti Ventidue sull'esigenza che Fratelli d'Italia si presentasse con il proprio simbolo, riguarda la candidatura a sindaco. Sullo sfondo restano le ambizioni di Fabrizio Di Paola e Calogero Bono. Terzo incomodo Salvatore Monte, quarto incomodo Matteo Mangiacavallo. Sembra complicato un approdo di Forza Italia, e non solo per una questione di veti.
Parliamo di Mizzica. Tutti sanno che nel 2017 Carmelo Burgio era stato tra i sostenitori del progetto per Fabio Termine sindaco. Poi le loro strade si divisero, e per ragioni di impostazione politica. Fabio Termine sarà ricandidato. Abbiamo più volte evidenziato che Ignazio Messina non si è ancora rassegnato all'impossibilità di un accordo. A renderlo impraticabile è stato l'approccio dell'ex sindaco, che ha ricondotto ogni prospettiva futura al fatto che il candidato alla poltrona più importante del comune di Sciacca sarà lui. Al momento, salvo sorprese che sarebbero clamorose, Termine è a capo di un progetto che lo vede come Mizzica alleato del Movimento 5 Stelle, anche se le liste a sostegno dovrebbero essere sicuramente più di due. Le trattative politiche sono in corso, e adesso la partita elettorale si sta facendo interessante. Non dimenticando che le amministrative saranno il preludio delle prossime Regionali, interessando tante persone, più o meno vicine ai destini della città di Sciacca. E questo fatto, nell'economia generale, ha un peso non certo di secondo piano. E le trattative sono ormai una autentica partita a scacchi.