con la partecipazione dei grandi e piccoli autotrasportatori e della committenza. E’ quanto è stato deciso ieri sera a conclusione dell'incontro promosso dalla presidenza della Regione Siciliana e dall’assessorato ai Trasporti, tra organizzazioni sindacali e i gruppi della grande distribuzione organizzata. Le aziende si sono impegnate, alla ripresa delle consegne, ad aumentare il pagamento del lavoro agli autotrasportatori che, con la Regione, saranno presenti al tavolo che sarà aperto dal governo a Roma. Già da ieri sera i tir hanno ripreso a circolare nelle strade e autostrade della Sicilia e dunque si appresta a ritornare alla normalità la distribuzione nell'isola dopo che la protesta degli autotrasportatori con i blocchi stradali aveva generato già gravissime conseguenze. «Dopo più di quarantotto ore di sciopero e disagi, gli autotrasportatori siciliani, accogliendo la richiesta del presidente Musumeci, hanno sospeso la protesta e assunto l’impegno a riportare la situazione alla normalità. Il governo regionale li ringrazia per il senso di responsabilità che hanno dimostrato nei confronti non solo delle realtà produttive, ma anche verso tutti i cittadini e le imprese siciliane», ha commentato l'assessore regionale alle infrastrutture e trasporti Marco Falcone dopo la sospensione dello sciopero. «La vertenza, ha aggiunto l’assessore, rimane aperta e trova il pieno sostegno della Regione poiché i problemi degli autotrasportatori restano tutti sul tappeto nella loro gravità. Il tavolo tecnico regionale rimane convocato in maniera permanente, per avanzare le proposte a Roma e tenere alta l’attenzione di tutti. Il governo nazionale infatti, ha aggiunto Falcone, non può girarsi dall’altra parte, ma deve intervenire in maniera strutturale in favore di un comparto che mai come oggi sta scontando il prezzo della crisi e dell’impennata dei costi, a iniziare dai carburanti. La prossima settimana, ha concluso l’assessore, saremo a Roma per convincere il ministro Giovannini a mettere in campo interventi realmente risolutivi». Insomma, lo stato di agitazione della categoria rimane. Il governo nazionale dovrebbe provvedere a inserire un emendamento nel Decreto energia ma, superata questa fase emergenziale, la paura è quella di ritornare al punto di partenza tenuto conto anche che l’inizio della guerra in Ucraina non consentirà al costo dell’energia e dei carburanti di abbassar