si sono riuniti tutti gli armatori saccensi per fare il punto della situazione relativamente alla crisi profonda che sta attraversando il settore prima per la questione legata alla pandemia e ai suoi riflessi commerciali e adesso da diversi mesi per l'improvvisa impennata del costo del gasolio che ha raggiunto prezzi non più sostenibili.
I costi che ogni imbarcazione deve sostenere per una uscita in mare superano gli ipotetici guadagni e molti pescherecci rimangono fermi al porto di Sciacca. Insomma, meglio perdere che straperdere. Al caro gasolio, problema che come si è visto ha generato la scorsa settimana il blocco degli autotrasportatori, per la marineria di Sciacca si aggiungono altre problematiche.
Nel corso della riunione gli armatori hanno lamentato anche la questione delle norme sempre più stringenti per il settore della pesca e per il conseguente rapporto con gli enti preposti al controllo. Nel rispetto delle regole, si sollecita una tolleranza verso un comparto che sta vivendo momenti di grande difficoltà. Nella giornata di ieri una delegazione composta dalle tre strutture che rappresentanto la marineria saccense ha incontrato il comandante della Capitaneria di porto con il quale sono state affrontate tutta una serie di problematiche di natura burocratica e amministrativa. Altri incontri sono in programma con l’autorità marittima e le forze politiche nei prossimi giorni, ma intanto la marineria di Sciacca ha proclamato lo stato di agitazione. L’attività di pesca al momento viene svolta regolarmente, ma non si escludono nelle prossime settimane azioni di protesta.