A rilanciare l'emergenza personale all'ospedale di Sciacca sono oggi Cittadinanza Attiva e Tribunale dei Diritti del malato. Le responsabili Pierina Di Martino e Lilla Piazza denunciano quelle che definiscono carenze di organico gravi e persistenti. Situazione che, ad opinione delle scriventi, non può non far temere il rischio che possa venire meno la funzione principale del "Giovanni Paolo II", che è quella di fare fronte alle urgenze e alla gravità o cronicità delle patologie in cui i cittadini possono incorrere. Sbaglierebbe però chi pensasse che l'emergenza riguardi soltanto l'ospdale. Non è solo il nosocomio infatti il luogo di cura che deve fare i conti con le carenze di personale. Ritengono, infatti, Cittadinanza Attiva e Tribunale dei Diritti del Malato, come sia altrettanto grave anche l'insufficienza di operatori sanitari a disposizione per la migliore resa dei servizi della Medicina del territorio. Condizione che - sostengono Piazza e Di Martino - costringe ormai moltissimi cittadini a mettere mano al portafogli per potersi curare.
Operando nel settore principale della prevenzione, una inadeguatezza dei servizi della medicina del territorio può essere, per Cittadinanza Attiva e Tribunale dei Diritti del Malato, anche causa di una gestione capillare dell'insorgere di malattie che, in molti casi, vedono l'aggravarsi di soggetti fragili e con problemi economici, che vanno in acuzia e sono costretti a ricorrere alle cure ospedaliere. Pierina Di Martino e Lilla Piazza auspicano una forte presa di posizione di parlamentari e sindaci del distretto che sovrebbero essere i primi a tutelare la salute dei cittadini e a pretendere che si attivino tutte le istituzioni, sia regionali che la stessa direzione dell'azienda sanitaria di Agrigento, a mettere in campo, al più presto possibile, le assunzioni a tempo indeterminato e a fare finalmente i concorsi tante volte annunciati e mai fatti.
Una presa di posizione forte, quella delle rappresentanze sociali, che giunge in un quadro preoccupante, che può avere come autentico paradigma il problema dello stop che il reparto di Urologia si è dovuto autoimporre dopo che 3 medici su 4 al momento sono assenti perché malati. Un argomento di cui abbiamo parlato nei nostri telegiornali di ieri. I posti letto di questa unità operativa sono 6 più ulteriori 2 riservati ai pazienti in day hospital. Un reparto, quello diretto al momento dal dottor Michele Barbera, che oltre alla normale routine degli interventi chiurgici e alle endoscopie è punto di riferimento per la diagnosi precoce del tumore della prostata. Quello che oggi sta riguardando l'urologia domani può riguardare altri reparti. E all'orizzonte continua a mancare una riorganizzazione e una gestione più accurata dell'assistenza ospedaliera in un territorio nel quale al riconoscimento formale di ospedale Spoke o Dea di primo livello non sono succeduti anche i necessari interventi sostanziali.