Non ci sono più spazi disponibili per nuovi seppellimenti, e sono decine le bare tuttora a deposito in attesa di essere regolarmente tumulate. La notizia delle ultime ore è che l'amministrazione Valenti ha dato il via libera a quello che è comunque soltanto uno studio di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di 280 nuovi loculi prefabbricati. Si stima un investimento di poco inferiore a mezzo milione di euro. L’intervento sarà inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche 2022-2024. I tempi non sono immediati, ma è pur sempre un passo in avanti per mettere a disposizione della comunità nuovi loculi e risolvere il grave problema della carenza di posti.
Nel recente passato era stato possibile fronteggiare l'emergenza loculi grazie alla disponibilità di progetti di finanza, che hanno visto imprese edili saccensi costruire al posto del comune nuove tombe e venderle ai privati. Un meccanismo che al momento vede fermi almeno altri 2 progetti in attesa di autorizzazione, per la realizzazione complessivamente di circa 2.300 nuovi loculi. Si tratta di project financing, soggetti dunque alla pubblicazione e ad un meccanismo che, in assenza di eventuali proposte migliorative entro i termini fissati, vedrebbe l'affidamento alle ditte presentatrici. È dal 2017 che la Edilpa ha presentato un progetto per realizzare 978 tombe, mentre sono trascorsi 2 anni da quando un'altra impresa, la Giuseppe Giordano, ne ha presentato un altro per costruire circa 1.300 loculi, nell'ambito di un progetto che prevede anche servizi aggiuntivi come una mini navetta e iniziative di pulizia e di decoro dell'area cimiteriale, un altro dei tanti nervi scoperti attorno alla questione. Questi due project financing produrrebbero un investimento superiore al milione di euro, e soprattutto a costo zero per il comune. E tuttavia al momento continua a non muoversi nulla. Eppure il problema è sotto gli occhi di tutti, e produce disagi. Anche perché adesso il comune preferisce limitare al minimo indispensabile eventuali nuove requisizioni, dopo che negli anni scorsi il tribunale di Sciacca ha imposto la restituzione di una quarantina di loculi ad un circolo che ne era proprietario e a cui erano stati espropriati per far fronte al fabbisogno contingente.
Rimane sullo sfondo il problema di una durata delle concessioni cimiteriali (al momento è novantanovennale) che probabilmente è troppo lunga per permettere al comune di tornare in possesso delle tombe di ogni tipo in tempi ragionevoli. È impensabile, infatti, che si continuino ad immaginare ulteriori ampliamenti all'infinito di un'area cimiteriale che non può più espandersi oltre ogni misura. Un tema che dunque forse richiede una revisione regolamentare che, tuttavia, vede la classe politica da sempre titubante e timorosa di intervenire per riformare un settore che eppure altri comuni hanno avuto il coraggio di cambiare, riducendo da qualche tempo la durata della concessione da 99 a un periodo compreso tra 30 e 60 anni. Probabilmente è anche il tempo in cui si impone anche un dibattito sulla necessità di rivedere le stesse convinzioni culturali della popolazione, visto che si stanno affermando (sia sul piano etico che su quello squisitamente religioso) modalità alternative (come la cremazione) che potrebbero permettere di fronteggiare in maniera più compatibile con la realtà che stiamo vivendo il problema degli spazi a disposizione. Ma è chiaro che su questo versante forse occorrono davvero 100 anni di evoluzionismo antropologico.