non per propria responsabilità. Interviene così il presidente di Ance Agrigento, Carmelo Salamone, dopo la pubblicazione nei giorni scorsi dei dati riguardanti le percentuali di ribasso nelle procedure pubbliche.
In particolare il presidente dell’associazione dei costruttori edili della provincia di Agrigento evidenzia che, ad esempio, nelle procedure negoziate e con inviti, inserite con il recente Decreto Semplificazioni, i ribassi probabilmente in media si assestano intorno al 20%, proprio perché la partecipazione è “limitata” ad un numero di aziende ristretto che vengono scelte dalle singole amministrazioni appaltanti, contravvenendo, a parere dell’Associazione di categoria, alle più semplici regole di mercato. Nelle gare aperte, che si svolgono con la procedura del massimo ribasso, le percentuali superano invece il 30% con un sistema che spinge le aziende a inseguire il prezzo più basso, riducendo i margini di profitto e spesso rendendo anche più complesso realizzare effettivamente l’opera appaltata.
La possibilità per le amministrazioni di scegliere di fatto le aziende che potranno partecipare alle procedure,per l’associazione dei costruttori limita il diritto alla concorrenza, con conseguenze su tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda: i pochi fortunati che possono partecipare alle procedure ristrette possono infatti aggiudicarsi i lavori ad una somma certamente più vantaggiosa rispetto alle altre imprese. Un sistema che penalizza diverse aziende edili, già in crisi a causa dell’enorme aumento dei costi per le materie prime e per l’energia e che rischiano la chiusura.
Salamone chiede che si torni ad una procedura unica, quella del massimo ribasso con il metodo che era stato previsto nella legge regionale sugli appalti. Un testo che venne poi impugnato dalla Corte Costituzionale per questioni di competenza.
Il presidente provinciale di Ance, inoltre, evidenzia come nonostante il Governo nazionale abbia approvato il Decreto ristori per l’aumento dei costi delle materie nel campo dell’edilizia per il primo semestre 2021, ad oggi non sia stato ancora liquidato un solo euro e non vi sia nemmeno alcuna certezza sulle somme per il secondo semestre 2021.
“Chi fa impresa rischia ogni giorno in proprio - conclude Salamone - e non può attendere i tempi della politica.