per chiedere sostegno al settore oggi in profonda crisi per le vicende legate al caro gasolio.
Il settore della pesca in Italia dopo i danni economici subiti nei due anni di pandemia oggi affronta il problema dell'aumento sproporzionato del costo del gasolio, lo stesso che ha messo in crisi l’autotrasporto e l’agricoltura.
Il prezzo del gasolio marino, hanno evidenziato le cooperative della pesca, nel corso di un anno e mezzo ha avuto aumenti pari al 300% che adesso non sono più sostenibili. Da qui la decisione di fermarsi, l’unica possibile. La marineria di Sciacca ha provato a resistere, poi ha annunciato lo stop all’attività di pesca.
Ieri a Roma erano presenti tutte le marinerie italiane e una loro delegazione è stata ricevuta nella tarda mattina dal sottosegretario con delega alla pesca Francesco Battistoni. Della delegazione ha fatto parte Calogero Bono in rappresentanza della Sicilia.
La questione era ovviamente nota al sottosegretario ma le marinerie hanno voluto ulteriormente testimoniare quella che hanno definito “la sicura morte del settore della pesca”, soprattutto in mancanza di misure in grado di contenere l’aumento sproporzionato del costo del gasolio. A tal proposito il sottosegretario ha comunicato che nei prossimi giorni verrà emanato un decreto per sostenere le imprese ittiche con uno stanziamento di 20 milioni di euro e con il successivo obiettivo di prevedere nuove misure nell'ambito dello scostamento di bilancio complessivo che il governo chiederà al parlamento la prossima settimana.
In realtà le marinerie hanno chiesto anche altro nell'immediato, ossia la cassa integrazione in deroga, l'aumento degli sgravi contributivi previsti dalla Legge 30, la sospensione delle rate dei mutui del settore pesca, e anche la possibilità di anticipare il periodo di fermo biologico obbligatorio. Richiesta quest’ultima che per la Sicilia è in discussione in ambito regionale. Le marinerie dell’isola ritengono importante ottenere la facoltà di effettuare il fermo in questo periodo di grave crisi economica, rispetto al calendario che generalmente scatta a partire dal mese di settembre.
Una cosa è certa, ribadiscono anche oggi le tre cooperative di Sciacca, ossia che è impossibile riprendere l’attività di pesca con il prezzo del gasolio a questi livelli. La marineria saccense è ferma da lunedì scorso e per una settimana, ma non è da escludere che il blocco prosegua anche nelle prossime settimane.
Lo stato di agitazione rimane, in attesa di risvolti e di risposte dal governo regionale e nazionale.