Le aziende di autotrasporti hanno annunciato la sospensione dell’attività a livello nazionale a partire da lunedì 14 marzo, mentre era già stato preventivato per il 19 marzo un nuovo blocco del settore in Sicilia, dopo le proteste che il mese scorso hanno generato pesanti conseguente per l’economia dell’isola, penalizzando soprattutto il comparto agricolo. Giorni difficili quelli che si prospettano a causa dell’ennesima protesta degli autotrasportatori causata dai costi insopportabili del carburante. Una delle conseguenze della guerra russo-ucraina della quale la Sicilia aveva già avuto un primo assaggio dal 21 al 24 febbraio scorso, con i prodottl ortofrutticoli che era rimasti nei magazzi delle aziende siciliane e gli scaffali vuoti nei supermercati. Pochi giorni di sciopero avevano determinato gravi problemi in Sicilia, adesso si temono conseguenze ancora peggiori e in tutta Italia. Rischia di fermarsi anche l’edilizia. L’allarme viene lanciato dall’associazione dei costruttori edili siciliani ed è legato al caro-carburanti, gas ed energia, ma anche ai prezzi alle stelle delle materie prime. Tutto ciò rende impossibile proseguire le attività dei cantieri e costringe le imprese edili siciliane a sospendere tutto e a porre il personale in cassa integrazione per difficoltà di approvvigionamento dei materiali. I primi a farlo, evidenzia il presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone, saranno le imprese del settore dei lavori stradali, a causa dell’aumento del 600% del costo dell’asfalto. Seguiranno le imprese impegnate nei cantieri del ‘Superbonus 110%’ e del ‘Bonus facciate’ e, quindi, quelle interessate dalle infrastrutture strategiche e dagli appalti finanziati dal ‘Pnrr’.
“Servono misure vere di emergenza – è il grido d’allarme del presidente dei costruttori siciliani – per salvare dal disastro il settore che più di tutti ha garantito la ripresa del Paese e della Sicilia.
In fermento anche l’associazione dei panificatori aderente a Confcommercio Agrigento. Ogni giorno i problemi da affrontare sono tanti, ma mai come adesso l’aumento dei costi delle materie prime e l’aumento, vertiginoso, delle bollette di gas ed energia elettrica hanno inciso così tanto sulla gestione delle nostre attività – ha dichiarato Giacomo Zimbardo, Vice presidente provinciale di Confcommercio Agrigento e componente del Consiglio Nazionale di Assipan. Chi produce e vende il pane, ha aggiunto, non può essere costretto a chiudere.