continuano a passo lento. L'unico che procede in modo più dinamico è Ignazio Messina. Che ha convocato una conferenza stampa oggi pomeriggio alle Terme per chiarire il motivo per il quale Michele Ferrara ha compiuto un passo indietro rispetto all'annuncio della sua candidatura per portare Sciacca Terme Rinasce dentro la coalizione dell'ex sindaco. Messina al momento è colui al quale buona parte del mondo politico saccense guarda ritenendo la sua la candidatura più forte, quindi più accreditata per la vittoria finale. Tra di loro ci sarebbe anche il gruppo che fa riferimento a Nuccio Cusumano, che pur essendo organico a Forza Italia ha comunque la forza di fare una lista civica. Un accordo apparentemente improbabile, per il veto della lista Sciacca 2022. E così, Ignazio Messina, che eppure a fine gennaio aveva lanciato un progetto civico di ampio respiro, paradossalmente adesso potrebbe essere costretto a non rispondere più alle telefonate.
Si sa che la collocazione più naturale di Forza Italia sarebbe il centrodestra. E tuttavia al momento il partito di Berlusconi sarebbe “indesiderato” dal resto della coalizione. Coalizione inoltre alle prese con la scelta sempre meno procastinabile del candidato a sindaco. Al momento sembra essere tornata in auge l'ipotesi di una nuova possibile incoronazione di Fabrizio Di Paola. Un'operazione, questa, che ha in Roberto Di Mauro un autentico “grand commis”, in un ambito che ha visto i due avere stipulato un'intesa politica con gli occhi puntati sulle prossime Regionali. L'obiettivo del capo dell'Mpa però è di riunire tutto il centrodestra, quindi ricomprendere anche i forzisti. Ma ci sono problemi. Il rischio è che un accordo tra i grandi capi possa comunque causare qualche movimento tellurico, qualche erosione di un raggruppamento nel quale rimane sullo sfondo anche la possibile candidatura di Matteo Mangiacavallo. Il quale assiste ai negoziati apparentemente disinteressato, ma comunque pronto a fare la sua parte se sarà necessario. Il suo sponsor sarebbe Giuseppe Marinello.
A meno di sorprese clamorose sembra definitivamente archiviata l'ipotesi di una candidatura di Carmelo Burgio, e non solo per il contenuto della sua intervista rilasciata al nostro telegiornale la settimana scorsa. Una convergenza su di lui di Pd, Forza Italia e Leu è stata considerata limitativa rispetto ad un'impostazione che l'ex segretario generale avrebbe preferito più ampia e di natura civica. E allora adesso il Pd deve pensare alla sua strategia. È impensabile che il partito del sindaco uscente non si presenti eventualmente anche in solitaria (magari con due liste) con una candidatura più o meno di servizio, che potrebbe essere quella di Simone Di Paola, verso la quale Liberi e Uguali potrebbero non avere difficoltà a convergere, anche se eventualmente il gruppo che fa capo al deputato regionale Michele Catanzaro potrebbe anche puntare su qualche mossa a sorpresa. L'ipotesi di 2 Di Paola candidati contemporaneamente è comunque inverosimile.
In assenza di intese, anche Forza Italia (soprattutto se le porte di tutti gli altri schieramenti sono chiuse) potrebbe essere costretta ad una candidatura di bandiera. In questo caso il candidato potrebbe essere Mario Turturici. La strategia è chiara, ed è volta ad intavolare eventuali trattative secondarie in caso di ballottaggio. Sempre che ballottaggio ci sia. Ricordiamoci infatti che vince subito chi arriva al 40%. Il gruppo di Mizzica sembra quello dove non si immaginano grandi sconvolgimenti. Fabio Termine e il suo entourage hanno deciso di condurre questa battaglia senza spazio per possibili compromessi o accordi con altri, ponendosi come autentici antagonisti, riservando un giudizio positivo solo ed esclusivamente su Carmelo Burgio, in uno con l'auspicio che l'ex segretario non si candidasse. L'accordo di Mizzica è con il Movimento 5 Stelle. Si pensa a 3 liste. Ma fare le liste non sarà facile. Un'avvisaglia l'ha data l'ex consigliere comunale di Fratelli d'Italia Gaetano Cognata, che ha pubblicato una specie di avviso di reclutamento di possibili candidati che siano patrioti, alla ricerca di “candidature” per le “candidature”. È il segno dei tempi, in un'era social che condiziona sempre di più la vita pubblica. Nel bene, ma anche nel male.