una misura chiesta nell'ambito di una vertenza che viene portata avanti da giorni a livello nazionale da tutte le marinerie, vessate dal caro gasolio che impedisce al settore di potere disporre di margini significativi per il ritorno in mare aperto. L'anticipo del calendario per il fermo biologico darebbe dunque ossigeno ad armatori e pescatori in un periodo in cui il costo del gasolio non consente loro di potere lavorare. In tale direzione, è atteso per le prossime ore il parere del Consiglio Regionale della Pesca, un parere che potrebbe poi consentire alla Regione di emanare il calendario anticipato del fermo pesca, rispetto a quello che generalmente scatta a partire dal mese di agosto. Nel frattempo, oggi è iniziata un'altra settimana di stato di agitazione, anche se in realtà i natanti che effettuano la pesca a volante questa mattina sono andati in pesca. Si tratta di quelle imbarcazioni per le quali il consumo di carburante è più limitato visto che l'attività avviene sottocosta, e tra l'altro questo è un periodo assai utile per tale tipo di pesca. I pescherecci che effettuano lo strascico, e che rappresentano la maggior parte della flotta saccense, sono quelli che invece consumano una elevata quantità di gasolio e anche oggi sono rimasti fermi in porto. Se la Regione dovesse accogliere la richiesta di anticipare il fermo biologico, pescatori ed armatori avranno la possibilità di scegliere se fermarsi o meno per 30 giorni. Ma anche dopo un eventuale fermo di pesca, il problema del caro gasolio resterà comunque sul tappeto. Difficile infatti ipotizzare che basteranno quattro settimane per risolvere un problema che sta mettendo in ginocchio tutte le attività produttive e non solo nella città di Sciacca.