e maltrattamenti nei confronti a carico di un saccense di 40 anni. La vittima: la sua ex convivente, che secondo gli inquirenti sarebbe stata da lui trascinata anche nella rapina ad una tabaccheria messa a segno negli anni in cui stavano insieme. La donna, per la rapina, ha già patteggiato, assumendosi le proprie responsabilità. Sullo sfondo: una storia di presunte violenze andate avanti nel tempo quella per la quale il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Sciacca Carlo Boranga ha chiesto la condanna dell’uomo a 12 anni e 3 mesi di reclusione. Ma imputati nello stesso procedimento ci sono anche altri due uomini, rispettivamente di 38 e 52 anni. Sulla base dei resoconti che culminarono con l'avvio del dibattimento, anche costoro avrebbero avuto rapporti sessuali con la stessa donna, col convivente che in quel caso avrebbe ricoperto una specie di ruolo da regista. Per il più giovane la Procura ha chiesto la condanna a 5 anni, mentre per il 52enne ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato. La donna si è costituita parte civile al processo, chiedendo un risarcimento danni morali quantificato in 50 mila euro. Secondo l'accusa sarebbe stata maltrattata anche quando era in gravidanza. Inoltre, in occasione della rapina in tabaccheria, l'ex convivente l'avrebbe colpita con un pugno. Casi che si inquadrano nell'ambito di un catalogo drammatico fatto di ingiurie, maltrattamenti, gravi conseguenze fisiche, tra cui la frattura del setto nasale e altre umiliazioni. Un lungo periodo di una convivenza impossibile, nel corso del quale la donna non aveva mai avuto il coraggio di andare in ospedale, perché temeva di poterne subire le conseguenze. Tutto questo fino al 2012, quando finalmente la vittima degli abusi ha deciso di chiedere aiuto alla polizia e ai servizi sociali, finendo trasferita in una struttura protetta, dove ha ottenuto assistenza psicologica e sanitaria. La prossima udienza è in programma mercoledì 25 ottobre per eventuali repliche e per la sentenza. Un caso che è purtroppo uno dei tanti di cui si occupa giornalmente lo Sportello Antiviolenza Fenice, la cui responsabile, la psicologa Elina Salomone, al Giornale di Sicilia ha denunciato una preoccupante escalation di nuovi casi di violenze nei confronti delle donne sul territorio, soprattutto tra Sciacca e Ribera.