della Scuola dell'Infanzia del Primo Circolo Didattico "Giovanni XXIII" il piccolo Pietro, il bambino-pittore affetto da disturbo dello spettro autistico e che ha rivelato uno straordinario talento artistico culminato con una mostra la scorsa estate all'ex istituto Sant'Anna e di cui, con grande piacere, più volte vi abbiamo parlato. Dopo la tela che recentemente il bambino ha dipinto come omaggio alla Festa della Donna, in occasione della Festa del Papà le docenti del gruppo sezione (tra di loro c'è naturalmente Laura Rosa Gulino, insegnante di sostegno che si occupa proprio di Pietro) hanno organizzato una iniziativa letteralmente fuori dagli schemi, con un momento di "arte libera" volta ad alleggerire (anche dal punto di vista educativo e clinico) l'esperienza scolastica dei piccoli alunni, con l'obiettivo di far vivere loro un momento mai vissuto prima, volto a lasciare un segno nella loro memoria, che apprezzeranno sicuramente in età adulta.
E in un momento di "arte libera" il ruolo di Pietro è stato fondamentale. Ha impartito una autentica lezione ai compagnetti, che lo hanno osservato con stupore e solo dopo questa sorta di singolare "lectio magistralis" hanno potuto creare anche loro, con entusiasmo, il proprio quadro. Ne è scaturito un momento eccezionale, rivelatore di come, questa volta, l'allineamento delle competenze tra quella che nel linguaggio comune può definirsi "disabilità" nei confronti dei cosiddetti "normodotati" sia avvenuto con una specie di percorso inverso rispetto alla tradizione, con i secondi che sono andati nella direzione della prima, e non il contrario.
E così, con Pietro, un frammento del piano educativo/didattico del bambino con disabilità è diventato parte integrante di quello di tutti gli altri bambini della sezione. Le modalità espressive (in questo caso quelle pittoriche di Pietro) sono state così donate, sperimentate e coltivate da tutto il gruppo sezione che ha avuto modo di comprendere che ciò che ai propri occhi rischia di apparire "diverso" è in realtà fonte di meraviglioso "stupore", traendone ispirazione e imitazione. Non si può non esprimere in definitiva gioioso apprezzamento per il lavoro fatto e per la lungimiranza della scuola tutta, per avere assecondato un modello coraggioso ma al tempo stesso concreto e indicativo della società che finalmente cambia e che cerca nuove soluzioni per valorizzare il talento dei singoli.