e a considerare la questione termale come un affare privato ad esclusivo appannaggio del suo Governo. E' un attacco a 360 gradi quello che proviene oggi dal comitato civico patrimonio termale di Sciacca dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione sulle Terme durante la sua visita a Caltabellotta di due giorni fa. Dichiarare che “sulle Terme ci sarà un incontro nelle prossime settimane", si legge nella lettera aperta del comitato a firma di Franco Zammuto, è irriguardoso nei confronti di una città che in questi anni ha atteso con troppa rassegnazione un segnale da parte di un governo regionale che invece solo da alcuni mesi ha iniziato a “parlare di Terme” con un dire quasi ottimistico, ma con il fondato sospetto che se ne parli solo ad uso pre-elettorale, perché gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati esclusivamente dal nulla. Presidente della Regione che poi viene apertamente criticato per avere dichiarato che “ la Regione Siciliana ha recuperato le Terme, che erano un polo abbandonato in mano ai vandali, tirando fuori decine di milioni di euro. Per poterle rimettere nel circuito, ha dichiarato Musumeci, serviva un piano industriale che abbiamo ottenuto 15 giorni fa, abbiamo già aperto un rapporto con Federterme, siamo interessati a consolidare un dialogo con INAIL, crediamo che si possa aprire una prospettiva, ma chi pensa che le Terme possano tornare ad aprire tra qualche mese vive fuori dal mondo”. Dichiarazioni paradossali per il comitato civico patrimonio termale visto che le Terme sono ancora oggi un polo abbandonato in mano ai vandali. Delle due l’una: o Musumeci capovolge ingannevolmente la realtà, oppure è completamente disinformato. Ed ancora, osserva il comitato civico patrimonio termale, quali sono queste decine di milioni di euro tirate fuori dalla Regione, in sette anni non ci risulta che la Regione abbia uscito un solo euro, al contrario ha dilapidato il proprio patrimonio immobiliare e impiantistico nel comparto termale per la totale mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria. O forse si riferiva a quei tre milioni di euro stanziati molto recentemente con la motivazione di “salvare” dal totale degrado i due complessi termali di Sciacca e Acireale, ma è ancora tutto da verificare se e quando saranno realmente spesi a questo scopo, fermo restando che 3 milioni di euro sono spiccioli rispetto alla reale esigenza di spesa che in tanti hanno quantificato tra i 30 e i 50 milioni di euro. Comitato civico che poi, a proposito del piano industriale che sarebbe disponibile da circa 15 giorni, evidenzia come alla città non sia stato comunicato nulla, non si sa cosa prevede e a cosa servirà, così come tutte le incongruenze a proposito del percorso con INAIL, un percorso dapprima escluso, poi tornato in piedi, ma forse si trascura che la possibilità per INAIL di effettuare investimenti nel settore termale aveva validità fino al 31 dicembre 2021 a meno che non sia intervenuta una proroga (cosa che alla città di Sciacca non è dato conoscere). Infine, nel ritenere grave non aver fatto ricorso al PNRR per il rilancio del settore termale, a proposito di FEDERTERME il comitato civico patrimonio termale si domanda come mai l’annunciata apertura di questo rapporto con l’associazione datoriale degli imprenditori termali non abbia impedito che la stessa bocciasse miseramente il disegno di legge in discussione all’ARS sul rilancio del termalismo siciliano. In conclusione, contrariamente alle ultime dichiarazioni di Nello Musumeci, per il comitato civico non si sta aprendo affatto alcuna nuova prospettiva e ciò che continua inesorabilmente è solo il degrado delle Terme che, dopo questi cinque anni di governo, si è solo aggravato.