Sarà perché si avvicinano le elezioni, fatto sta che la questione Terme di Sciacca
nell'ultimo periodo ha risvegliato l'armamentario della propaganda e, inevitabilmente, anche quello delle polemiche. L'ultima miccia è stata accesa dalla parlamentare agrigentina Giusy Savarino, per la quale il governo Musumeci starebbe rilanciando con i fatti il Termalismo siciliano, a differenza di chi invece, dal suo punto di vista, avrebbe agito solo con le parole. Al centro della vertenza c'è il discusso disegno di legge di riforma del settore, che - accusa l'onorevole Savarino - "è stato stravolto e snaturato con stralci della presidenza perché la Regione è tuttora in esercizio provvisorio". Pur ammettendo che quella dei complessi termali di Sciacca ed Acireale è una storia travagliata, per la presidente della commissione Ambiente dell'Ars "il percorso avviato dal governo Musumeci sulle terme di Sciacca è orientato verso un rilancio senza precedenti, prevedendo stanziamenti di fondi pubblici regionali con lavori (probabilmente quelli che Musumeci definì di tolettatura) che partiranno a breve, a risanamento del vandalismo e del degrado in cui le terme sono piombate in questi anni di abbandono dopo la chiusura decisa dal governo Crocetta".
L'onorevole Savarino poi naturalmente se la prende col comune di Sciacca (anche se sa che la proprietaria delle Terme è la Regione siciliana), accusando l'amministrazione Valenti di non avere fatto l'inventario dei beni, evidenziando come il generale deperimento del patrimonio immobiliare abbia fatto andare deserti i bandi regionali per l’affidamento delle proprietà".
Parla, poi, Giusy Savarino, del fatto che il governo della regione si sarebbe preoccupato di ristrutturare i luoghi con fondi regionali e in parallelo di far stilare a professionisti esperti in materia un piano industriale che rendesse appetibile l’investimento in ottica di un rilancio del turismo del benessere in Sicilia post pandemia. "Ecco la differenza – conclude l’on. Savarino – tra chi chiude le terme e le abbandona e chi invece lavora perché queste possano tornare sul mercato ed essere effettivamente appetibili".
Dichiarazioni di Giusy Savarino, a cui ha risposto in maniera piuttosto piccata Sino Caracappa, che ha invocato l'intervento di qualcuno che informi la parlamentare che quello che è stato spacciato per un piano industriale sulle Terme di Sciacca (che evidentemente non ha letto, polemizza l'assessore) altro non è che una mera relazione redatta da un apprezzato docente universitario catanese (il riferimento è al professore Faraci). "Basta con questi imbrogli", accusa Sino Caracappa. Ad opinione del quale "la città di Sciacca fa volentieri a meno di tanta incompetenza, meglio tacere e nel frattempo studiare". Una nuova puntata di una querelle infinita tra Palermo e Sciacca, la stessa che probabilmente impedisce al presidente della Regione, come uno dei personaggi del film "L'Angelo Sterminatore" di Louis Bunuel, di girare attorno ai confini municipali di Sciacca non riuscendo a varcare la soglia di quel comune delle cui terme, stando almeno a quanto dice, si starebbe occupando con tanta solerzia. Le Terme sono state chiuse dal governo Crocetta, e anche la parlamentare Giusy Savarino ha obliterato il biglietto di questo promemoria. Ma il governo Musumeci è in carica da quasi 5 anni, e le dissertazioni sull'impegno verso il presunto recupero delle Terme di Sciacca continuano a non avere corrispondenza con la realtà. E allora è chiaro come le Terme di Sciacca saranno argomento di campagna elettorale, e questo ci può stare. Sarebbe preferibile però che le opinioni fossero fondate sui fatti, non sulle favole, tanto meno su quelle promesse di cui tutti siamo decisamente stanchi.