Decadrà l'impianto messo in piedi ai tempi del governo Conte e portato avanti dall'attuale esecutivo e sarà la prima data di svolta nel percorso che porterà alla fine delle restrizioni nell'arco di poche settimane. Il 31 marzo, infatti, decadranno definitivamente i colori delle Regioni, ma anche il Comitato tecnico scientifico e la struttura commissariale del generale Figliuolo. Il messaggio che porta con sé la fine dello stato di emergenza, però, è anche più profondo e significativo: dopo oltre due anni si passa da una gestione emergenziale della pandemia di Covid a una ordinaria. Insomma, il virus ormai fa parte della nostra vita ed il primo aprile comincia la famosa fase di convivenza con il covid. Tra l'altro, la fine dello stato di emergenza nazionale avviene in un momento in cui i contagi restano alti con la curva epidemica che anche in Sicilia non accenna a frenare, e questo discorso vale in primo luogo proprio per la provincia di Agrigento che da settimane figura tra le province siciliane più colpite. Una situazione che si conferma anche nella città di Sciacca dove il numero dei positivi ha abbondantemente superato quota mille ormai da giorni, raggiungendo, se non addirittura superando, i numeri del mese di gennaio quando, subito dopo le festività natalizie e di fine anno, si registrò uno dei periodi più critici della pandemia. Sono oltre 1.200 gli attuali positivi nella città di Sciacca che figura al quarto posto in provincia per numero di contagi, alle spalle di Agrigento, Favara e Canicattì. In realtà, rispetto al numero di nuovi contagi, continua a rimanere basso quello riferito alle guarigioni ed è verosimile ipotizzare che di qui a qualche giorno ci sarà un nuovo allineamento dei dati che probabilmente darà un quadro più chiaro della situazione. L'altra buona notizia, inoltre, è che l'elevato numero di contagi non ha determinato una impennata di ricoveri anche se la pressione sugli ospedali rimane comunque alta, soprattutto per ciò che concerne i posti letto occupati in degenza ordinaria, una cinquantina circa tra Agrigento e Ribera. Pressione sugli ospedali che, di conseguenza, continua a far slittare la chiusura dei reparti covid al San Giovanni di Dio di Agrigento che l'Asp già nelle settimane scorse contava di restituire alle originiarie funzioni per riprendere a ricoverare i pazienti no covid. E invece la chiusura dei reparti covid presso il nosocomio agrigentino è stata momentaneamente accantonata e il San Giovanni di Dio continua ad affiancare il Fratelli Parlapiano che avrebbe dovuto essere l'unico covid hospital di riferimento per tutta la provincia. Infine, un altro dato confortante è che negli ultimi giorni non si sono registrati decessi nell'agrigentino.