Sono comuni con meno di 15 mila abitanti, con almeno il 50% del territorio sopra i 500 metri, interessati da anni dal fenomeno dello spopolamento. La fiscalità di sviluppo legate all’istituzione delle “zone franche montane” avrebbe delle ricadute positive sull’intero paesaggio di montagna della Sicilia. Eppure si attende ancora la conclusione dell’iter, in un rimpallo tra Stato e Regione che non è stato superato nonostante le proteste e le iniziative portate avanti. I sindaci dei comuni interessati si sono dati ora appuntamento domenica prossima a Polizzi Generosa per pianificare le azioni da compiere a difesa del diritto di residenza.
“Siamo ancora in tempo per salvare il salvabile,sostiene l’Associazione Zone Frqanche Montane, per la quale occorre ripartire dalla Delibera di Giunta adottata da 96 Comuni con la quale è stato chiesto al presidente della Regione Siciliana e alla Giunta di governo di destinare 20 milioni di euro al finanziamento della fase di start up delle zone franche montane in Sicilia”.
I comuni agrigentini interessati sono : Alessandria della Rocca, Naro, Lucca Sicula, Bivona, Santo Stefano Quisquina, Casteltermini, Caltabellotta, Camastra, San Giovanni Gemini e Grotte. Una lunga battaglia quella portata avanti, nonostante risalga al dicembre del 2019 l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana della legge sulla montagna.
Senza la fiscalità di sviluppo, hanno rimarcato i sindaci e l’associazione, questi territori sono destinati a rimanere in agonia.