nei confronti del disegno di legge all'ordine del giorno dell'Ars che prevede il riordino del termalismo siciliano, con la denominazione specifica di "Norme in materia di acque termali". Nino Porrello e Franco Zammuto in un documento indirizzato ai parlamentari regionali e rivolto all'attenzione dell'opinione pubblica, ritengono che così come è stata elaborata questa proposta di legge rischi di generare la paralisi del settore bloccando ogni possibilità di sviluppo. In tale direzione dichiarano di condividere le critiche già avanzate da Federterme in ordine a un disegno di legge definito "generico e approssimativo". Tra i punti più critici evidenziati c'è la sola previsione di una concessione (e non anche di una autorizzazione all'uso) delle risorse termali e minerarie per una durata massima di 30 anni. Un limite temporale che rischia di non attrarre alcun privato all'assunzione del patrimonio, come hanno dimostrato i bandi andati deserti, per Sciacca ed Acireale. Manca, inoltre, nel disegno di legge, qualsiasi riferimento a "fanghi" o "stufe naturali e artificiali", così come non viene fissata alcuna differenza tra "Stabilimenti termali, idroterapici e cure fisiche", mentre viene previsto l'utlizzo delle Terme per finalità "estetiche" o "cosmetiche". Tra terminologie non coerenti o dissonanti e altre previsioni considerate dal Comitato estranee allo sviluppo delle risorse termali, Porrello e Zammuto ritengono che se approvato questo disegno di legge di fatto allontanerà eventuali investitori, con gravi ripercussioni negative nei confronti del recupero di un patrimonio abbandonato.