delle vittime che hanno difeso la nostra Sicilia, il cui sacrificio è stato determinante per la liberazione di questa terra dal giogo mafioso. La battaglia è vinta, ma non definitivamente. Celebrare e ricordare serve anche a capire dove vanno i nuovi tentacoli della mafia e come vanno schiacciati". Lo ha detto, a margine della deposizione della corona d'alloro sulla stele elevata in ricordo del maresciallo aiutante dei carabinieri, Giuliano Guazzelli, ucciso dalla mafia il 4 aprile 1992, il vice presidente della Regione siciliana Gaetano Armao. Alla funzione religiosa in cattedrale prima e poi alla deposizione della corona hanno preso parte anche la vedova di Guazzelli e la figlia. Ma anche il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale di corpo d’armata Teo Luzi; il comandante Interregionale carabinieri Culqualber, generale di corpo d’armata Riccardo Galletta, l’assessore regionale delle Autonomie locali Marco Zambuto, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. "Questo orribile mostro che ha succhiato il sangue ad intere generazioni di siciliani deve essere definitivamente sconfitto - ha aggiunto Armao - attraverso i nostri ragazzi. E solo con l'esempio di uomini come il maresciallo Guazzelli, i nostri giovani possono davvero essere il futuro della Sicilia, possono costituire una leva di riscatto dalla mafia".
"Il maresciallo Guazzelli continua a vivere, giorno dopo giorno, e siamo arrivati a 30 anni dal suo martirio. Non a caso uso questa definizione perché Guazzelli era consapevole dei rischi che correva ed è andato incontro alla morte per amore verso questa terra e per amore dei cittadini", ha detto Luzi. "E' un esempio per i giovani e per tutti quanti noi d'amore per l'Italia - ha aggiunto il generale di corpo d'armata - . L'Italia, la Sicilia e Agrigento sono cambiate. Oggi c'è un maggior senso di legalità, ma c'è ancora molto da lavorare. I giovani sono consapevoli della gravità del fenomeno mafioso che mina il loro futuro e questa non è poco". La giornata di commemorazione ha avuto inizio, con una funzione officiata dall'arcivescovo Alessandro Damiano, alla cattedrale di San Gerlando. Ad animare le celebrazioni anche la fanfara del 12° reggimento carabinieri “Sicilia”.
"In questo momento, Agrigento vuole salutare anche la comunità di Gallicano che è il paese di nascita del maresciallo Guazzelli. Mi sono sentito con il sindaco del paese e anche loro oggi stanno commemorando questo giorno importante per noi e per l'intera Italia", ha affermato il primo cittadino di Agrigento: Franco Micciché.