Lo ha reso noto ufficialmente oggi, motivando la sua decisione "alla luce dell'attuale situazione politica, delle tuttora incerte alleanze in vista delle prossime elezioni e in considerazione dell'annunciato disimpegno della sindaca in ordine alla prossima consiliatura (chiaro il riferimento all'intervista rilasciata alla nostra emittente dalla prima cittadina sabato scorso)". Aggiunge, Venezia, di avvertire la correttezza istituzionale di lasciare anche considerato che il suo gruppo politico di riferimento è stato legato esclusivamente al progetto politico impersonato nel 2017 da Francesca Valenti. Progetto che, evidentemente, si considera esaurito. Venezia ringrazia il sindaco e l'ex maggioranza con cui ha condiviso la gestione amministrativa in un difficile momento storico.
Dimissioni, quelle di Nino Venezia, che sono piuttosto indicative della decisione del gruppo ex Sicilia Futura (oggi ribattezzato "Insieme per Sciacca") di chiamarsi fuori da qualsiasi ipotesi di accordo futuro con il Pd o col centro sinistra. L'orientamento di una buona parte del raggruppamento di cui fanno parte Salvatore Cascio, Alberto Sabella, ma anche Pasquale Bentivegna e naturalmente Nino Venezia, anche alla luce della decisione di Fabrizio Di Paola di fare un passo indietro come possibile candidato a sindaco del centro destra, sembra essere quello di un ingresso nella sempre più affollata coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Ignazio Messina. E per l'ex sindaco potrebbe non essere finita qui. La fila di operatori politici che guardano a lui e evidentemente alle sue accreditate possibilità di vittoria finale appare ogni giorno sempre più lunga. E così, da condottiero solitario che nei primi anni Novanta sconvolse gli assetti politici locali, Messina adesso sembra diventato un vigile urbano chiamato a dirigere il traffico, godendo di una sempre più vasta compagnia, che potrebbe non essersi fermata alle liste Sciacca VentiVentidue, Sciacca Terme Rinasce e Lista Onda. Anche se dalle parti di Messina chiariscono che qualsiasi nuovo approdo dovrà essere valutato da quelli che lo stesso Messina ha definito "soci fondatori" della coalizione.
Potrebbe mancare poco, intanto, alla possibile ufficializzazione della candidatura a sindaco di Salvatore Mannino. Sembra ci sia la disponibilità dell'avvocato saccense, figlio e nipote d'arte. Attorno al suo nome confluiranno almeno due liste. Tra le questioni tuttora aperte nel centro sinistra, c'è sicuramente quella riferita al Movimento 5 Stelle. È noto che i vertici pentastellati (a partire dal sottosegretario Giancarlo Cancelleri) abbiano chiesto ai loro referenti sul territorio di aderire ad un'alleanza politica ed elettorale con il Partito Democratico. Il senatore Rino Marinello ha già risposto che questa operazione non si può fare, e non solo per un giudizio critico nei confronti dell'amministrazione comunale uscente guidata da Francesca Valenti, ma anche per ragioni oggettive. È anche questo il motivo per il quale i grillini alle elezioni del 12 giugno non parteciperanno con il simbolo tradizionale, ma confluiranno nella lista Next, una delle due che sosterranno la candidatura a primo cittadino di Fabio Termine, che avrà anche l'appoggio del gruppo "Noi con l'Italia" che fa riferimento all'ex parlamentare nazionale Giuseppe Ruvolo e rappresentato a Sciacca da Santo Bono, Ignazio Perrone, Marcello Segreto e Isidoro Maniscalco. Le pressioni pentastellate nei confronti degli attivisti grillini di Sciacca non sono ancora finite. Nel frattempo però sul nome di Salvatore Mannino potrebbero confluire quegli ex militanti che si erano avvicinati al Movimento 5 Stelle per sostenere la carriera politica di Matteo Mangiacavallo, ma che hanno fatto un passo indietro dopo la decisione di questi di seguire la fronda interna all'Ars capeggiata da Sergio Tancredi per poi aderire a Diventerà Bellissima.
E dopo la rinuncia alla candidatura da parte di Fabrizio Di Paola, nel centro destra sono tornate ad alzarsi le quotazioni come possibile aspirante alla carica di primo cittadino proprio di Matteo Mangiacavallo. Si tratta di un nome molto gradito a Fratelli d'Italia, che come abbiamo già evidenziato ieri però farà una lista unitaria con Diventerà Bellissima, così come deciso dai dirigenti regionali del partito di Giorgia Meloni. Mpa e Forza Italia potrebbero completare la coalizione, mentre si riaffaccia su questo versante anche l'Udc, il cui segretario Nicola Assenzo sembra avere rimesso in discussione la possibile intesa con Mizzica. Ma il passo indietro di Di Paola potrebbe avere scompaginato i piani, tanto è vero che giusto ieri pomeriggio il coordinatore di Forza Italia Mario Turturici ha dichiarato ufficialmente che se il centro destra non sarà unito il partito guarderà ad altre soluzioni. Non ha detto di più, ma tra le ipotesi accreditate come percorribili (oltre all'ormai immancabile avvicinamento anche da questo versante alla coalizione Messina) c'è anche quella di una ripresa delle trattative con il Partito Democratico. Il nome di Mannino viene evidentemente considerato interessante e in grado di allargare il raggio d'azione che, soprattutto a livello civico, può anche andare oltre gli schieramenti tradizionali. La situazione al momento è piuttosto confusa. E va ribadito che in 40 giorni (quelli che mancano prima della presentazione delle candidature ufficiali) possono succedere ancora molte cose.