Dalla prossima settimana l’Azienda Sanitaria Provinciale metterà in atto il progetto che vedrà protagoniste le Unità operative aziendali di anestesia e quelle di ginecologia ed ostetricia al fine di garantire il sollievo dai dolori del travaglio di parto, comportando un incremento dell’offerta assistenziale e, quindi, della soddisfazione delle pazienti. Attraverso i servizi di partoanalgesia, ogni donna che lo vorrà avrà la possibilità di partorire spontaneamente ma con grande sollievo dai dolori del parto. L’analgesia, cioè l’uso di tecniche o farmaci per lenire il dolore, eseguita su richiesta della donna durante il travaglio e in assenza di controindicazioni, aiuta la partecipazione serena e concentrata delle neomamme alla nascita del proprio figlio. “In linea con gli atti d’indirizzo dell’Assessorato regionale alla Salute, l’attivazione del progetto e il potenziamento dei servizi di partoanalgesia – afferma il commissario straordinario dell'ASP, Mario Zappia – rappresentano una grande conquista per la sanità agrigentina. Le future mamme del territorio, insieme alle loro famiglie, non saranno più costrette a migrare fuori provincia per scegliere di non soffrire durante il più bel momento della loro vita, cioè la venuta al mondo del loro bambino”. In seno ai corsi pre-parto, organizzati dalle Unità di ginecologia ed ostetricia, verrà inserito un incontro con il medico anestesista che illustrerà a tutte le donne gravide le modalità di esecuzione e sarà disponibile ad eventuali chiarimenti o dubbi. Seguirà poi, intorno alla trentaquattresima settimana di gestazione, una visita pre-anestesiologica durante la quale sarà rilasciato un parere di fattibilità della procedura. Il “parto con il sorriso” comporta notevoli benefici per la mamma e, di riflesso, per il suo bambino e non influisce sul travaglio o sul parto. La pratica non compromette la possibilità di allattamento, è a dosaggi ridotti e quindi riduce gli effetti collaterali materni e fetali. Insomma, una conquista importante se davvero si realizzerà in quanto si tratta di un progetto di cui in realtà si parla da anni e che richiede un sufficiente numero di medici anestesisti.