A parlare di dibattito triste e imbarazzante che ha visto protagonisti deputati e pezzi del governo regionale fare a gara pur di apparire parte attiva di questo processo che oggi ha visto la consegna dei beni termali dalla Regione al Comune, è la Cgil con il segretario provinciale Massimo Raso e quello cittadino Franco Zammuto. Una questione che, a giudizio del sindacato, ormai suscita più inquietudine che gioia ma anche rammarico per la mancata apertura di un dibattito vero su una vicenda tanto importante che coinvolgesse tutta la città. Ed è a tal proposito che la Cgil sferra un duro attacco al sindaco di Sciacca. Ci saremmo aspettati e abbiamo sollecitato piu' volte, scrivono Raso e Zammuto, l'avvio di un confronto e di un coinvolgimento ampio, reale e pubblico sulla vicenda, confronto che il sindaco ha deciso di tenere con tutti tranne che con noi. Prendiamo atto con amarezza, prosegue la nota della Cgil, che mentre il sindaco continua a rivendicare un rapporto con Federterme che è un'associazione di datori di lavoro del settore termale e non un centro universitario di ricerca, non ha ritenuto di convocare le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori. Per il sindacato, il rischio è che, dopo avere sperimentato 18 anni di errori e tentativi andati a vuoto da parte della Regione, si possa adesso inaugurare la stagione dei tentativi del Comune che non potranno che essere ugualmente fallimentari. Noi non ci convinceremo mai che il Comune avrà maggiore capacità e fortuna della Regione nella ricerca, selezione e scelta di un partner privato per gestire questo immenso patrimonio, pertanto, concludono Massimo Raso e Franco Zammuto, quello di oggi rischia di essere un “regalo” avvelenato e, al punto in cui siamo, sarebbe stato più saggio aspettare la nomina del nuovo governo della Regione e ridiscutere del rilancio del settore termale siciliano.