la settimana decisiva per il completamento delle trattative politiche residue relative alle candidature alle prossime elezioni amministrative in programma il 12 giugno. A un mese esatto dalla scadenza per la presentazione delle liste presso le segreteria generale del comune di Sciacca, e comunque dopo pochi giorni dalla chiusura del cerchio dentro la coalizione di centro destra con l'ufficializzazione della candidatura di Matteo Mangiacavallo, restano tuttora in piedi alcuni interessanti interrogativi in ordine al completamento del parterre di chi aspira ad ottenere la carica più importante del comune.
A seguito dell'annessione da parte di quello che Ignazio Messina ha battezzato "Patto per Sciacca" della lista che fa riferimento a Cascio, Sabella, Bentivegna e Venezia, si attende adesso l'ufficialità di almeno una terza candidatura. Gli occhi sono puntati essenzialmente su Fabio Termine. Il gruppo di Mizzica è alle prese con il nodo da sciogliere in ordine alla possibilità (o opportunità) di stipulare un'alleanza, che sarebbe su basi anche in questo caso irrimediabilmente civiche, con il Partito Democratico. Pronto a presentare due liste. La trattativa non è semplice, tutt'altro. E comunque le parti al momento si stanno ancora confrontando, dunque il tavolo è tuttora in piedi. La questione centrale riguarda la necessità di creare un progetto che, oltre ad una proposta politica alternativa alle altre in campo, possa anche essere il più competitivo possibile.
Ma c'è molta curiosità attorno alle decisioni che saranno assunte da Sciacca al Centro, la lista civica di Fabrizio Di Paola che, com'è noto, ha fatto un passo indietro dal tavolo del centro destra. Anche se Matteo Mangiacavallo non si è ancora rassegnato del tutto all'idea di dovere fare a meno dei Dipaoliani. La questione centrale, qui, è stato l'irrigidimento dei più stretti collaboratori dell'ex sindaco, che sarebbero stati pronti ad accettare l'intesa con Forza Italia solo nel caso di una candidatura dello stesso Fabrizio Di Paola. Il passo indietro di quest'ultimo potrebbe avere di fatto generato un disimpegno nei confronti dello schieramento, con la possibilità di dare vita ad altre ipotesi, o attraverso la convergenza (che sarebbe l'ennesima) nei confronti del progetto Messina, o attraverso la scelta di un'alleanza con Fabio Termine (magari senza il Pd), oppure con una candidatura di bandiera, magari puntando su possibili nuovi scenari che potrebbero realizzarsi in caso di eventuale ballottaggio. Ne viene fuori una condizione in cui Sciacca al Centro, soprattutto Monte e Bivona (di quest'ultimo indiscrezioni non confermate parlano di una sua possibile candidatura con la Lista Messina), avrebbe posto delle pregiudiziali verso forze diverse tra loro, Forza Italia da una parte, il Partito Democratico dall'altro. Una impostazione politica improntata sui "no". Ma la politica è l'arte del possibile, e talvolta dell'impossibile.
Le candidature al momento potrebbero essere almeno 3, e ciascuna piuttosto forte. Questo dato matematico potrebbe complicare l'ipotesi (che molti danno come certa) di una possibile vittoria al primo turno (sarebbe la terza volta nella storia). Candidature a sindaco che diventeranno di più se si rendesse necessaria una proposta del Partito Democratico, in caso di mancato accordo con Mizzica oppure (ma a quanto pare di capire in alternativa alla precedente) della lista Sciacca al Centro. Manca poco e i giochi saranno fatti. I candidati certi, Messina da un lato, Mangiacavallo dall'altro, puntano ad essere supportati da cinque liste ciascuno. Dovendo puntare sull'effetto trascinamento, anche eventuali altri aspiranti puntano ad avere un numero il più alto possibile di liste. Ma c'è un problema che per ora viene solo sussurrato tra i protagonisti della politica, e riguarda la difficoltà a convincere le persone a scendere in campo e ad accettare la candidatura al consiglio comunale. Insomma: le liste rischiano di essere meno del previsto, e quelle che riusciranno ad avere 24 candidati (senza nomi da "zero voti") potrebbero essere ancora meno. I tempi dunque sono decisamente cambiati.