Alessandro Baccei e Fabrizio Di Paola stamattina si sono incontrati. Lo hanno fatto in privato, prima del sopralluogo alle Terme e della sottoscrizione formale dell'atto di concessione dei beni del patrimonio termale. L'ex sindaco a quella cerimonia non è andato. Un niet, quello opposto dal predecessore di Francesca Valenti all'invito dello stesso Baccei, che in queste ore è oggetto di dibattito, tra chi ritiene che abbia fatto bene e tra chi, al contrario, considera sbagliata questa decisione, posto che un ex sindaco dovrebbe tirarsi fuori dalle beghe politiche tra schieramenti. Fatto sta che ad "impedire" a Di Paola di accogliere l'invito di Baccei (e dello stesso sindaco) sarebbe stato il suo raggruppamento politico. Sullo sfondo: la ferita che continua a bruciare. Quella riguardante una vertenza termale che, di fatto, ha fatto finire sulla graticola Di Paola nel pieno del suo mandato politico. E a poco è servita, probabilmente, la dichiarazione con la quale oggi Baccei ha "scagionato" l'ex sindaco dalla responsabilità di aver chiuso le Terme: "Di Paola - ha detto l'assessore - mi ha sottoposto ad un autentico stalking implorandomi a non chiudere le Terme, ma sono stato io, e non certo lui, a prendere la decisione nel marzo del 2015". Poi Alessandro Baccei ha detto che l'iter culminato con la consegna di parte del patrimonio "è iniziato col sindaco precedente ed è stato completato dal sindaco attuale". Dichiarazioni di cui Fabrizio Di Paola avrebbe preso atto. Lui che, da tempo, desiderava questa sorta di operazione verità giunta però, probabilmente, in ritardo sui tempi. Col prezzo pagato di aver perso, nel frattempo, quella popolarità che lo ha indotto a non ricandidarsi alle ultime elezioni amministrative.