Una scelta adottata per garantire “il riposo, la salute ed i diritti civili e religiosi degli operatori del settore”. Il decreto garantisce, però “la turnazione delle aperture delle attività di panificazione nelle domeniche e nei giorni festivi, anche in base alle esigenze e alle peculiari caratteristiche del territorio”. Vale a dire che in caso di più giorni festivi di seguito, i panificatori potranno organizzarsi e alternare l'apertura. I panifici sono infatti delle attività commerciali sui generis. Rispetto ai negozi ed altri esercizi, i fornai seguono regole diverse in fatto di orari. Ed è qui che fatta la legge, trovato l'inganno: i fornai potranno, infatti, la domenica rifinire o cuocere dei prodotti semilavorati o surgelati da altre imprese. Inoltre il decreto prevede i requisiti professionali per l’esercizio dell’attività di panificazione: coloro che intendono intraprendere attività di panificazione devono aver frequentato con esito positivo un corso di formazione professionale relativo al settore della panificazione oppure devono aver prestato la propria opera per almeno due anni nell’ultimo quinquennio. Chi non rispetterà le nuove direttive, potrà incorrere a sanzioni fino a novemilaeuro. Firmataria del decreto l'onorevole Mariella Lo Bello, assessore per le attività produttive. Alla presentazione dell'atto c'era anche il presidente provinciale dell' Associazione Italiana Panificatori e Affini, Giacomo Zimbardo, che da diversi anni rappresenta la categoria e che ha espresso "grande soddisfazione per il risultato raggiunto dopo una lunga battaglia condotta a favore dei panificatori per la risoluzione di alcune problematiche importanti che vive la categoria". Un decreto, però, che spacca il settore il metà. Non tutti concordano sulla decisione assunta dalla Regione. Ad esempio per il presidente dei Panificatori di Confartigianato Nino Buscemi la norma danneggerebbe notevolmente la categoria e favorirebbe l'abusivismo. A breve pare che gli operatori del settore si riuniranno per valutare il da farsi.