Il 28 aprile, giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, continua a rappresentare una giornata di rabbia, di tristezza e di riflessione per gli italiani. In tutto lo Stivale sono oltre mille le morti che ogni anno vengono registrate sui posti di lavoro, assieme a qualche centinaio di migliaio di infortuni.
Come sempre, è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre a fare il punto della situazione ed a confrontare i dati emersi negli ultimi anni.
Tra le regioni italiane, la Sicilia non è tra le regioni messe peggio. Nel 2021 l’incidenza dei morti sul lavoro rispetto all’intera popolazione lavorativa nell’Isola si attesta al 35,6%. L’anno precedente è andata peggio, arrivando al 49%. Numeri bassi se confrontanti alle Regioni come il Molise, che registra il triste record di 141,9% di vittime tra i lavoratori. Le “zone rosse” (le maglie nere dell’Italia) sono tutte concentrate al centro sud, con come accennavamo, Molise al primo posto, seguita da Basilicata, Abruzzo, Campania, Umbria e Puglia. La Sicilia non rientra nel triste primato, nonostante la cronaca, anche nell’Isola, presenti quotidianamente un quadro preoccupante, con una serie di incidenti che si verificano fin troppo spesso nei luoghi di lavoro.
Gli esperti dell’osservatorio, nell’analizzare la mappatura della mortalità sul lavoro nell’ultimo quadriennio, hanno aggiunto al report anche le vittime del Covid. Mentre, in generale, da gennaio 2018 a dicembre 2021 sono 4.713 le vittime registrate, i decessi sul lavoro correlati al coronavirus tra il 2020 e il 2021 sono, invece, 811. Se, dunque, la pandemia incide sempre meno nella mortalità sul lavoro, ad inquietare è, ancora una volta, l’incremento degli infortuni mortali stimato in quasi il 40%.
Sul fronte delle denunce di infortunio, i casi sono diminuzione. Decremento condizionato dalla pandemia che ha ridotto il numero di ore lavorate durante il lockdown e ha favorito la diffusione dello smart working.
Per quanto riguarda l’età degli infortunati, sono gli ultrasessantanciquenni le vittime maggiori di quelli mortali, mentre i giovanissimi si infortunano più di frequente in modo meno grave.
Per correre ai ripari, il consiglio del presidente dell’Osservatorio nazionale sugli incidenti sul lavoro è quello di seguire la legge. “La disciplina in materia di sicurezza sul lavoro nel nostro Paese c’è ed è esaustiva – spiega Mauro Rossato - Ma non ne basta la mera lettura. Occorre applicarla. Serve, a tal fine, un’adeguata e diffusa formazione dei lavoratori e, anche, dei datori di lavoro e, contemporaneamente, più ispezioni e sanzioni. Non si possono considerare salute e sicurezza sul lavoro dei costi, bensì un investimento. Bisogna - conclude Rossato - agire sulla prevenzione”.