la notizia del dimezzamento delle ore lavorative degli operatori sanitari Covid. Ad esprimere netta contrarietà al provvedimento assunto nei giorni scorsi dall’Asp di Agrigento era stato ieri il deputato regionale Carmelo Pullara. La direttiva di fatto ha ridotto le ore di servizio del personale covid da 36 a 24 per gli infermieri e da 36 a 18 per gli Operatori Socio Sanitari. Per il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale che già ieri pomeriggio aveva replicato a Pullara, si tratta di un provvedimento che fa riferimento ad un monitoraggio continuo dell’operato degli operatori nella gestione del covid-19 e che tiene conto, dunque, della considerevole riduzione del numero di vaccinazioni settimanali, al di sotto delle mille somministrazioni in tutta la provincia, ma anche della quantità di tamponi eseguiti che è calata considerevolmente. Situazione per la quale non appare giustificato mantenere lo stesso impegno orario dei lavoratori. Nessuno sta dicendo che il personale ‘andrà a casa’, ha puntualizzato Mario Zappia, ma è chiaro che l’impiego va sempre commisurato alla reale necessità. Il commissario dell’ASP di Agrigento ha poi sottolineato che non è possibile l’utilizzo del personale Covid in altri contesti, ossia nelle strutture ospedaliere. La Regione, dice, ha già evidenziato che si tratterebbe di un ‘utilizzo improprio’ del personale che sarebbe oggetto di opportune obiezioni da parte della Corte dei Conti. Insomma viene esclusa quella possibilità di utilizzare infermieri e operatori socio sanitari impegnati nella gestione covid per far fronte alle gravi carenze di personale che da anni e anni si registrano nelle strutture della provincia. Aspetto questo che anche oggi viene ripreso da Cittadinanzattiva- Tribunale per i Diritti del Malato. Pierina Di Martino e Lilla Piazza hanno posto l’accento proprio sull’assistenza al paziente che, ancor prima del covid, era penalizzata dalla carenza di infermieri e e operatori socio sanitari e impropriamente delegata a familiari e badanti. Si rischia concretamente di ritornare al triste passato con un ulteriore abbassamento della qualità dei servizi erogati, hanno scritto Di Martino e Piazza in un documento inviato alla direzione dell’ASP nel quale viene auspicato un ripensamento della decisione di ridurre le ore di servizio di infermieri e ausiliari, molti dei quali pare siano intenzionati a rifiutare questo nuovo contratto.