risalgono a quelle che possiamo definire "poche ore fa". E tra volti sorridenti, con Mangiacavallo al centro tra Riccardo Gallo e Nuccio Cusumano, nulla lasciava presagire quello che è accaduto questa mattina. Il cartellino rosso esibito dal candidato a sindaco nei confronti dei berlusconiani è una autentica svolta politica. Onestamente, sulle ragioni di questa sua clamorosa presa di posizione, Matteo Mangiacavallo non è stato chiarissimo. Sullo sfondo ci sarebbero essenzialmente quelle che il diretto interessato ha definito "percezioni" da lui acquisite nell'ambito delle prospettive riguardanti le future assegnazioni delle deleghe assessoriali. Mario Turturici parla di "sceneggiata", sostenendo evidentemente, non prendendo per buone le "percezioni", che la rinuncia di Mangiacavallo ad un sostegno politico elettorale che indubitabilmente sarebbe stato per lui significativo, abbia obbedito ad una scelta eterodiretta. Probabilmente da Palermo, probabilmente da Nello Musumeci. Altrimenti ci sono fatti concreti, con richieste e pressioni che per il deputato regionale, eletto due volte all'Ars col Movimento 5 Stelle, erano talmente inaccettabili da dovergli imporre la necessità di chiuderla qui, prima che fosse troppo tardi.
Le conseguenze dei fatti odierni riempiono adesso nuovamente il tavolo del dibattito. Una ricomposizione del fronte sembra oggettivamente improbabile. Sarebbe clamoroso se Mangiacavallo si rimangiasse quello che ha detto, anche perché eventualmente sarebbe costretto anche a chiedere scusa, come ha chiesto oggi Turturici al nostro Telegiornale. L'ipotesi più accreditata è dunque la imminente incoronazione di un quarto candidato a sindaco (forse lo stesso Turturici) in rappresentanza proprio di Forza Italia. Un'ipotesi a cui qualcuno potrebbe guardare con interesse, nella prospettiva di interdire, come tattica politica, in qualche maniera la strada di qualche avversario che potrebbe chiudere la partita sin dal primo turno. C'è chi non esclude che questa possa essere perfino la strategia dello stesso centro destra, con una separazione delle strade temporanea, per un ricongiungimento eventuale in vista del ballottaggio. Diciamoci la verità: i toni di Mangiacavallo e la reazione di Turturici sembrano escludere questa ipotesi. La domanda inevitabile tuttavia è una: rinunciando al sostegno di Forza Italia Matteo Mangiacavallo evidentemente è consapevole di perdere il sostegno di una lista importante? A meno che non consideri questa decisione addirittura un elemento di vantaggio.
Ipotizziamo infine che Forza Italia non proponga un proprio candidato a sindaco. Quale sarebbe l'alternativa? La convergenza verso uno degli altri due progetti politici già in campo sembra improbabile. Difficilmente, infatti, dopo avere faticosamente trovato l'intesa col Partito Democratico, Fabio Termine e i suoi si accollerebbero un altro accordo così clamoroso per la storia di Mizzica. Eppure Pd e Forza Italia avevano dato vita ad un confronto, poi svanito.
Rimane il progetto di Ignazio Messina. Coalizione dove, è possibile dirlo, ormai sono rimasti soltanto posti in piedi. Anche se si sa che soprattutto i Cusumaniani guardavano con interesse a quello scenario, che tuttavia appare incompatibile con alcuni di quelli che lo stesso Ignazio Messina ha definito "soci fondatori" del suo progetto, nella fattispecie Sciacca VentiVentidue di Filippo Bellanca. La sensazione è che a poco più di una settimana dalla scadenza della presentazione delle liste potrebbero verificarsi ancora ulteriori sorprese. Ma abbiamo imparato che in politica nessuna sorpresa può definirsi davvero clamorosa.